Il più grande di tutti i miracoli è l’amore di Dio. Attraverso il Suo amore, Egli ti parla sempre… Tu non cerchi Dio; Dio cerca te. Ti stai allontanando da Dio attraverso i dubbi; ti nascondi da Lui attraverso il piacere materiale. Se non trovi appagamento in Dio, non troverai appagamento da nessuna parte“. ― Paramhansa Yogananda, Praecepta Volume 6, Numero 147

La contentezza è la virtù suprema“, questo è detto da Yudhisthira nel Mahabharata, una delle grandi epopee spirituali dell’India. Il Maestro e Swamiji menzionano spesso la contentezza nei loro insegnamenti e la spiegano come la pratica di una mentalità calma e gioiosa in ogni momento. La contentezza o santosha in sanscrito, è anche menzionata negli Yoga Sutra di Patanjali, nell’Ashtanga Yoga, ed è uno dei cinque niyama, gli atteggiamenti dello yoga, le qualità spirituali che dobbiamo sforzarci di coltivare in noi stessi.

La contentezza è la virtù suprema

Perché la contentezza è una qualità così importante per noi spiritualmente? Cosa ci porta? Come ne siamo influenzati? Il Maestro e Swamiji dicono che ci induce calma e tranquillità e una “allegra rinuncia”. Quando pensate alla contentezza, cosa vi viene in mente? Vi sembra una virtù passiva, indifferente, un autocompiacimento? La contentezza è l’opposto di questi stati; la contentezza è una pratica, è uno stato dinamico dell’essere che richiede determinazione, concentrazione e molto esercizio. Il Maestro ha detto che noi raggiungiamo la contentezza, non ci nasciamo.

Come praticare allora la contentezza? Nelle situazioni che ci provocano reazioni, qualunque esse siano, dobbiamo cercare di respirare e rilassarci, lasciando andare coscientemente la tensione, dobbiamo immaginarci calmi e tranquilli. Questa semplice pratica porterà calma perché, letteralmente, riporta alla condizione di partenza il nostro sistema nervoso. Occorre essere costanti; praticare una o due volte non è sufficiente. Dobbiamo farne una nuova abitudine cercando di trarre serenità dagli eventi che ci hanno sconvolto.

I nostri insegnamenti suggeriscono di cercare di mantenere gli effetti della meditazione dopo aver terminato la pratica quotidiana. Cercate di conservare la calma e l’equilibrio ogni giorno un po’ più a lungo. Questo è un altro modo semplice ma molto efficace per mantenere e persistere nella nostra pratica di appagamento.

Il Maestro, nei suoi commenti alla Bhagavad Gita, descrive Krishna che parla ad Arjuna e dice: “Le idee di freddo e calore, piacere e dolore, o figlio di Kunti, nascono dal contatto dei sensi e della materia. Arrivano, svaniscono e durano poco. Sopportale, o Arjuna“. In sanscrito, “Tan titikshasya Arjuna“. Anche il Vedanta parla di questa pratica di titiksha: “Titiksha è il sopportare con distacco tutti gli opposti, come il piacere e il dolore, il caldo e il freddo, l’aspettativa per la ricompensa o la punizione, il guadagno e la perdita…” La lista continua ed è piuttosto lunga.

Swamiji nel suo libro Supercoscienza scrive: “Titiksha dovrebbe diventare per voi un atteggiamento di vita fondamentale“. Continua poi a descrivere il resistere alla tentazione di riconoscere la sensazione di caldo, freddo, del dolore, sia esso emotivo oppure fisico, affermando interiormente: “Nel mio Sé nulla può toccarmi… Nessuna circostanza esterna può intaccare la mia realtà interiore”. Swamiji continua dicendo che questa pratica non ci rende ottusi o apatici, piuttosto sperimenteremo una profonda gioia dell’anima, perché la gioia esiste nel Sé e non nella dualità, perché nella gioia del Sé non vi sono opposti.

La contentezza è la manifestazione della nostra completa fiducia in Dio. E’ essere consapevoli e confidare nel fatto che Dio ci ama e che sta collaborando con noi in ogni aspetto della nostra vita. Qualunque cosa accada, Dio sta supervisionando tutto, per il nostro bene e il nostro benessere. Grazie Dio, per tutto.

“...La vita vi darà più di quanto abbiate mai sognato se solo definirete in modo nuovo la prosperità: non come guadagno mondano, ma come soddisfazione interiore e divina“.   – Paramhansa Yogananda da “Come essere sempre felici” di Ananda Edizioni

One Comment

  1. mm

    Grazie Nayaswami Una, un articolo molto bello, semplice e lineare nel leggerlo.

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