Discepolo di Babaji, avatar immortale, fu Lahiri Mahasaya che chiese proprio al suo Guru di poter condividere l’antica scienza del Kriya Yoga con tutte le anime sincere in cerca di Dio e non solo con chi avesse deciso di rinunciare completamente alla vita mondana, come era di costume a quei tempi. (Lahiri era il suo cognome, furono i suoi discepoli ad aggiungere il connotativo “Mahasaya” che significa “dalla grande mente”)

Lahiri non apparteneva all’ordine degli Swami, era infatti sposato e aveva due figli e lavorava come contabile. La sua intera vita è un esempio perfetto di come si possano seguire i nobili ideali yogici pur essendo “nel mondo”, ma con una completa dedizione alle più alte verità spirituali. Lahiri fu il Param-Guru di Paramhansa Yogananda e previde il ruolo di Yogananda nel risvegliare il mondo ai valori della Realizzazione del Sé. Lo definì un “motore spirituale” che avrebbe “portato molte anime a Dio”.