BANAT BANAT BANJAI – Come alleggerire il nostro quotidiano

Esperienze e riflessioni di una discepola

Lahiri Mahasaya

Nello scorso blog, abbiamo parlato di come il detto di Lahiri Mahashayabanat, banat, banjai (facendo facendo un giorno sarà fatto) – sia  una sua promessa immortale per il raggiungimento dei nostro obiettivi.

Abbiamo capito come le quattro P: Passione, Perseveranza, Pazienza e Presenza, ci possono portare alla nostra meta suprema, la realizzazione dei desideri della nostra anima, sia materiali che spirituali.

Ma oggi vi vorrei parlare di come possiamo declinare le quattro P per riuscire a farci amare quello che non ci piace: doveri, lavori, situazioni o relazioni che siamo obbligati ad affrontare e svolgere e che possono diventare così gravosi da sembrarci delle vere e proprie zavorre che appesantiscono il nostro quotidiano.

Eppure i nostri Maestri ci insegnano che possiamo rendere leggera la nostra vita e che anche il più pesante dei nostri compiti può diventare un’opportunità imperdibile per imparare ad essere veramente felici, indipendentemente dalle circostanze esteriori.

Yogananda ci dice nel suo diario spirituale, sotto il capitolo dedicato all’obbedienza¹:

Quando svolgi i tuoi compiti mal volentieri, ti senti stanco fin dal principio, quando invece sei pieno di buona volontà, ti senti carico di energia. Lavora sempre con gioia e scoprirai di essere sostenuto dall’infaticabile potere di Dio”.

Perché una frase di questo genere è nel capitolo dedicato all’obbedienza? Mi è sembrato strano al principio, ma poi mi sono chiesta: obbedienza a chi o a cosa? Ho realizzato che Yogananda intendesse che dobbiamo obbedire al fatto che la nostra anima ha il sacro diritto di essere in beatitudine e la nostra “obbedienza” in questa incarnazione la dimostriamo nel perseguire questo fine, in tutto quello che facciamo, diciamo e pensiamo.

Se ritorniamo alla prima P, la Passione, ecco che arriviamo subito al fatto che, se dobbiamo cambiare il modo in cui ci rapportiamo con i nostri pesanti doveri, per contrastare la “stanchezza” che ci viene anche solo a pensarci, dobbiamo mettere in moto l’energia! Come possiamo farlo? Con la nostra forza di volontà.

Da adolescente, mi piaceva tantissimo un ragazzo, ma lui non sembrava notarmi. Un pomeriggio, tornando da scuola mi sentivo veramente stanca, senza forze, la mia fronte bruciava e avevo mal di pancia. Non vedevo l’ora di mettermi a letto, cosa che feci, non appena arrivata a casa.

Mi ero appena assopita quando squillò il telefono, era il ragazzo dei miei sogni! Mi stava chiamando per invitarmi a ballare la sera stessa. Potete immaginare il seguito: balzai fuori dal letto, già con un rinnovato vigore, feci una doccia calda, scelsi con cura il mio abbigliamento, mi truccai ed ero pronta per uscire! Passai una bellissima serata, completamente guarita, felice e nel pieno delle mie forze, così come nei giorni seguenti. Un piccolo miracolo nato da una motivazione così forte per la mia volontà da generare un potente flusso di energia guaritrice. Pensate a quanto latente potere c’è dentro di noi, disponibile ad essere usato, se solo sapessimo come accendere la sua miccia!

Il tempio della luce

Un giovane francese di nome Yan, era venuto ad Ananda Assisi per fare un programma di servizio. Si prestava con gioia a fare ogni cosa, ma ci aveva detto che non poteva pulire i bagni perché era una cosa che lo faceva star male. Una mattina, tante delle persone previste in servizio erano assenti, gli ospiti stavano arrivando e non c’era nessuno che potesse pulire i bagni del Tempio. Yan, a malincuore, disse che l’avrebbe fatto lui.  Mi raccontarono che a un certo punto lo videro uscire dal Tempio, con il viso rigato dalle lacrime, lacrime di commozione. Stavo pulendo il water, raccontò, cercando di non cedere ai conati, quando cominciai a pensare: “sto pulendo il trono di Dio” e più lo ripetevo nella mia testa, più mi arrivavano ondate di felicità, leggerezza e gioia. Un’esperienza che non dimenticherò mai più!

Yan aveva trovato la chiave di svolta, aveva acceso la sua passione e messo in moto la sua energia, rendendo quella pulizia un servizio dedicato a Dio e questo aveva trasformato completamente la percezione di quello che stava facendo.

Così possiamo fare anche noi! Attiviamoci e proviamo a trovare qualcosa di stimolante in quello che “dobbiamo” fare.

Un altro esempio: io odiavo lavare i piatti, e anche riempire la lavastoviglie mi  sembrava un compito pesantissimo! Venni a fare servizio ad Ananda e, ovviamente, secondo la legge del magnetismo (attiriamo quello che è giusto per noi) mi misero al clean up…  Cominciai il mio servizio facendo come mi avevano spiegato, ma quasi subito provai a vedere se riuscivo a trovare un modo più rapido, efficiente e meno stancante per farlo. Con Passione applicai la mia creatività per migliorare quello che stavo facendo e questo lo rese interessante e quindi piacevole. Questo modo di approcciarmi ai doveri, funziona ancora oggi!

Ma come già sappiamo, questa passione dobbiamo alimentarla, soprattutto quando i nostri compiti gravosi richiedono un impegno quotidiano, uno sforzo costante. Dobbiamo perseverare, darci il tempo di fare esperienza, aggiustare il tiro, imparare, e non perderci d’animo!

Yogananda diceva che questa vita è un sogno, una scuola dove la nostra anima viene ad imparare.  Torniamo e torniamo, incarnazione dopo incarnazione, fino a quando non realizziamo che siamo anime immortali, uno con Dio. Oggi, forse, Yogananda direbbe anche che questa vita è come un video game!

Iniziamo il primo livello ancora poco pratici, joystick alla mano, e quasi subito ci immedesimiamo nel personaggio che muoviamo sullo schermo: diventiamo lui! Balziamo di spavento se un nemico ci spara, esultiamo quando riusciamo a superare una prova difficile e, perdendoci nel gioco, ci dimentichiamo che non siamo noi!  E poi, naturalmente, ad ogni nostra mossa sbagliata perdiamo punti e anche la vita! E ci tocca ricominciare il livello da capo. Ma ci piace giocare e ci piacciono le sfide e quindi ricominciamo con perseveranza fino a quando, grazie ai nostri sbagli, impariamo come muoverci, cosa fare, e concludiamo il livello per poi passare a quello successivo fino alla fine del gioco.

La Perseveranza ci aiuta a non arrenderci e Paramhansa Yogananda ci ha regalato le affermazioni, uno strumento meraviglioso che ci aiuta ad alimentarla, imprimendo solchi positivi sopra quelli scavati dall’abitudine. Con le affermazioni possiamo trasformare i nostri “non posso” in “posso.” Ricordatevi: la perseveranza, come dice il canto di Swami Kriyananda, porta vittoria!

Santa Teresa di Lisieux aveva una consorella sempre molto scortese con tutti, sgarbata e cattiva. Teresa si sentiva molto in colpa perché la giudicava. Così andò dalla Madre Superiora per chiedere consiglio. Questa le disse di osservare molto attentamente il comportamento della sua consorella, per trovare una sua qualità. Anche una sola le avrebbe permesso di poterla amare.

Così Teresa osservò e osservò, ma vide solo atteggiamenti che confermavano quello che lei pensava. Ma un giorno la vide seduta su una panchina, mente lanciava briciole agli uccellini. Quel semplice gesto era la chiave che finalmente aprì il cuore di Teresa, che non si era persa d’animo e aveva perseverato nella sua ricerca, riuscendo infine a trovare una ragione per sentirla vicina.

Abbiamo una grande alleata nel nostro cammino per alleggerire i nostri pesi quotidiani, la terza P: la Pazienza.

Perché oramai l’abbiamo capito, le circostanze esterne sono neutre, è come reagiamo ad esse che fa la differenza! La pazienza quindi è, in questo caso, più rivolta verso noi stessi. Dobbiamo darci il tempo di cambiare, amarci per quello che siamo, rispettare il fatto che siamo in cammino e che, imparando dai nostri errori, possiamo conquistare la felicità.

Grotta con stalagmiti e stalattiti

Proprio in questi giorni sono andata a visitare le grotte di Toirano in Liguria, sono magnifiche e imponenti, scavate dai fiumi, ospitano al loro interno stallatiti e stalagmiti, formazioni calcaree che si sviluppano, goccia dopo goccia, nell’arco di millenni … quanta pazienza ha avuto la natura per creare tale meraviglia!

Per avere pazienza è importante avere un cuore calmo, che non si fa prendere dall’ansia o dalla paura. Il pranayama – il controllo dell’energia tramite il respiro – è una tecnica millenaria che ci aiuta a ritornare al nostro centro, quando ne abbiamo bisogno, un ottimo alleato che ci aiuterà a raggiungere la nostra meta!

Come un’altra ottima alleata è la quarta P: la Presenza. Se vogliamo essere felici in tutto quello che facciamo dobbiamo essere dei canali e lasciare che Dio agisca attraverso di noi. Dobbiamo essere colmi di gratitudine per questa vita che è un dono. Dentro di noi abbiamo tutto quello che ci serve, se siamo presenti nel qui e ora, non persi in un passato che non c’è più o in un futuro che ancora non c’è. Saremo in grado di accogliere i nostri doveri quotidiani come un’opportunità che ha la nostra anima per mettersi al servizio del creato e trasformarli in una gioia per il nostro cuore. Vi ricordate la citazione all’inizio? “…quando invece sei pieno di buona volontà, ti senti carico di energia. Lavora sempre con gioia e scoprirai di essere sostenuto dall’infaticabile potere di Dio.” Questa buona volontà, genera energia e a questa energia va data una direzione; la meditazione quotidiana, per esempio, ci aiuta a ritrovare la centratura necessaria per poter dirigere l’energia dentro e in alto, senza disperderla.

Gyanamata, la discepola più evoluta di Paramhansa Yogananda, ci ha lasciato una piccola frase, di un valore inestimabile: “non pensare di cambiare le circostanze, cambia te stesso”. Seguiamo questa semplice regola e … banat, banat, banjai! Facendo facendo un giorno sarà fatto. E non parlo dei nostri doveri quotidiani, parlo del diverso approccio che piano piano svilupperemo verso di loro. Fino a quando non avremo imparato la nostra lezione e allora, finalmente, arriverà il GAME OVER o come si diceva giocando a nascondino: liberi tutti!


¹ Diario Spirituale – Una fonte di ispirazione per ogni giorno dell’anno, Paramhansa Yogananda, Yogoda Satsanga Society of India, Capitolo 19 gennaio

One Comment

  1. mm

    Cara Lakshmi
    Il tuo “banat banat banjai” è arrivato proprio quando ho chiesto aiuto per parlare con mio figlio. È in un momento difficile e non riesce a prendere alcuna decisione. Le 4 P sono perfette per lii.
    Grazie di cuore
    Tanto amore e luce alla mia famiglia spirituale sempre presente nelle mia vita
    Manuela

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