Lo scorso novembre ho avuto la grande opportunità di assistere al film The Answer che è stato proiettato a Roma all’Auditorium MAXXI.

Un film coinvolgente che mi ha dato l’opportunità di riflettere sulla profondità del legame tra un discepolo e il suo maestro.

In particolare, quello che mi ha colpito nella visione del film è stata la possibilità di potermi immergere totalmente nella comprensione di quello che rappresenta per il discepolo la ricerca incessante di un contatto profondo con Dio. Seguendo la ricerca spirituale del giovane Swamiji, ho potuto sentire intimamente il suo sforzo spirituale, i suoi conflitti interiori e le sue sofferenze.

È stato coinvolgente vivere i suoi tentativi nel cercare le risposte a quelle domande esistenziali, percepire il suo travaglio interiore, la sua ricerca nel cercare quel Dio che va oltre ogni credo religioso, oltre ogni tradizione, quel Dio amorevole che ha sentito dentro di lui fin da quando era bambino.

Un turbinìo di emozioni mi hanno scosso dall’inizio alla fine della proiezione: ogni scena era densa di profondi significati che aprivano dentro di me orizzonti di nuove verità, di nuove consapevolezze. È stato emozionante vivere la gioia crescente di Swamiji, mentre leggeva per la prima volta L’Autobiografia di uno Yogi: ho vissuto con lui quel crescendo di emozioni, quell’entusiasmo sfociato in una felicità indescrivibile nel trovare finalmente tutte le risposte alle sue domande.

Per me è stato molto entusiasmante vedere come, dopo quella lettura ispirante, in lui è sorta la consapevolezza del significato di tutto quello che aveva vissuto fino a quel momento. Dopo quelle rivelazioni apprese nel libro è stato per lui chiaro come gli ostacoli, le prove interiori che fino a quel momento aveva dovuto affrontare nella sua vita, rientravano in un piano divino, in quel percorso di evoluzione spirituale che lo doveva condurre, prima, alla lettura di quel libro e poi, a vivere il meraviglioso primo incontro con Paramhansa Yogananda, il suo Maestro da sempre sognato, percepito, intuito e, poi, finalmente trovato e ri-trovato.

Ecco, in quel momento la “Sua Domanda” esistenziale aveva finalmente ottenuto risposta: ora tutto era chiaro, non sussisteva più alcun dubbio e ogni ulteriore considerazione sul piano razionale diventava superflua: tutto era lì, evidente nella sua semplicità. Nella scena di quel primo, intimo incontro di Swamiji con Yogananda, quello che mi ha maggiormente colpito è stato il sentire in modo tangibile l’amore del Maestro verso il suo Discepolo, Lo sguardo del bravo attore che rappresentava la parte di Yoganandaji ha ben rappresentato lo sguardo amorevole del Guru verso il suo discepolo. Nell’assistere a quella scena ho riconosciuto dentro di me quello stesso infinito amore che sento provenire anche io dal mio amato Maestro Yoganandaji, fin dal primo momento nel quale Lui si è rivelato nella mia vita.

Aver avuto la possibilità di assistere alla visione del film The Answer mi ha dato l’opportunità di riflettere sull’importanza del mio Discepolato, di comprendere meglio il mio percorso di discepola e di rinnovare in modo più consapevole la mia scelta di affidare la mia vita al Maestro e di servirlo nel massimo delle mie possibilità.

Grazie alla conoscenza della vita di Swamiji ho compreso la natura profonda e totalizzante della relazione fra Maestro e Discepolo, un legame che nasce da molto lontano, che trascende il tempo e lo spazio e che nessuno potrà mai sciogliere. Comprendendo l’amore del Guru per il discepolo ho anche compreso che cosa significa l’amore incondizionato. Amare incondizionatamente significa amare trascendendo aspettative e attaccamenti: significa semplicemente amare.

Concludo, ricordando anche l’emozione profonda che mi ha donato il poter vedere nella caotica Roma, in un teatro cittadino pieno di tante diverse e contrastanti energie, il coro della Comunità Ananda.

È stata una grande gioia ascoltare le voci bellissime delle mie sorelle e dei miei fratelli spirituali, apprezzare la loro bravura e constatare la bellezza della loro modestia nell’esibirsi.

Ma è stato ancora più bello vedere i loro occhi e i loro volti felici, visi che rappresentavano la piena espressione dell’amore del nostro Maestro, il nostro amato Paramhansa Yogananda e del suo Discepolo Perfetto, Swami Kriyananda.

Con gioia

Loredana Angeloni
Psicologa Psicoterapeuta
Discepola di Paramhansa Yogananda

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