I pellegrini raccontano le loro storie
Pellegrinaggio della comunità in India – Parte 1: Puri
Nel febbraio 2024 si è svolto un evento raro: un pellegrinaggio (quasi) esclusivo per i membri della comunità di Ananda Assisi in Italia: 40 partecipanti si sono recati a Nuova Delhi in India e da lì in quattro diversi luoghi di pellegrinaggio: Puri, Calcutta, Varanasi e la Grotta di Babaji.
In una serie di quattro puntate, i vari partecipanti al viaggio raccontano i diversi luoghi visitati. Iniziamo da Puri, una piccola città costiera nell’est dell’India, nella baia del Bengala.
Il viaggio a Puri
Per primo Atul, un americano che è stato uno dei pochi a non far parte della comunità di Ananda Assisi, condivide la sua esperienza:
“Essendo originario dell’India, ma vivendo negli Stati Uniti fin da giovane, tornare in patria per la grazia dei Maestri attraverso un pellegrinaggio è stato particolarmente toccante per me. Ero tornato in India una manciata di volte mentre vivevo negli Stati Uniti, per visitare la famiglia, ma questo pellegrinaggio è stata un’esperienza completamente nuova. Quando andavo a trovare i parenti, andavamo di casa in casa (a Delhi e dintorni) bevendo chai e mangiando il cibo che ci veniva offerto senza sosta. Quindi, viaggiare per l’India, esplorare il suo lato spirituale, stare con i gurubhais (per non parlare dei 40 europei non di colore), mi ha offerto una prospettiva del tutto nuova del Paese in cui sono nato.
Siamo partiti da Delhi in autobus, verso l’aeroporto per il nostro primo volo per Bhubaneswar. Ricordo la vista dell’alba dorata alla nostra sinistra. Mi sembrava di assistere alla mia prima alba indiana. Poco dopo, ho assistito al mio primo “kirtan in autobus”, durante il quale ho chiuso gli occhi, ho cantato insieme alla mia nuova famiglia e ho cercato di cogliere la profondità del momento. In quel momento ho capito che quello non sarebbe stato un viaggio qualsiasi. Il mio cuore si è riempito di gratitudine“.
La spiaggia di Puri
Il nostro hotel si trovava non lontano da una zona molto bella della spiaggia, tranquilla e ben tenuta. Era un luogo ideale per meditare e fare yoga.
Ruby: “Non ero mai stata a Puri prima d’ora e mi ha sorpreso in molti modi! La prima benedizione è stata la spiaggia: camminare sulla spiaggia con il suono rilassante delle onde e con l’immagine del Maestro e di Sri Yukteswar che camminano mano nella mano su quella sabbia sacra, praticare yoga e meditare lì ogni mattina all’alba e persino fare la nostra cerimonia di purificazione, immergendoci nell’oceano – mi è sembrato così speciale ed espansivo. L’India può essere piuttosto intensa, ma la spiaggia è stata un’oasi di pace e di natura per potersi ricaricare”.
Dhuti: “Un ricordo forte di questo pellegrinaggio è della spiaggia.
Meditare sulla spiaggia di Puri, la pace, l’infrangersi delle onde e la quiete della meditazione con i profondi devoti. Un momento particolarmente importante delle nostre meditazioni sulla spiaggia è stata la cerimonia di Purificazione (PURI-ficazione) sulla spiaggia. Dopo la cerimonia, scrivere delle qualità negative sulla sabbia e poi guardare le onde scioglierle è stato magico e potente. E poi correre nel mare con tutti i vestiti addosso e giocare tra le onde è stato divertente e pieno di gioia.
Abbiamo anche usato frequentemente il sentiero lungo la spiaggia per andare al Karar Ashram di Sri Yukteswar.
Madri: “Mi sono sempre chiesta perché, al pensiero del Maestro, si apriva dentro di me un’immagine che evocava la presenza del mare, delle onde, dell’orizzonte.
È stato in India, che ho avuto la risposta a queste sensazioni. Esse suscitavano in me ricordi sfocati di memorie lontane.
L’antica città di Puri si affaccia sul Golfo del Bengala, l’Oceano Indiano lambisce le sue rive: un luogo ideale per approdare nel continente Indiano senza venire sopraffatti completamente dal traffico e dall’inquinamento sonoro che caratterizzano questo Paese.
Yogananda, allora Mukunda, e il suo Guru erano soliti passeggiare sulle rive di questa spiaggia. All’epoca, il Karar ashram di Sri Yukteswar si affacciava direttamente sul mare. Oggi lo si può raggiungere facilmente dalla spiaggia attraverso un dedalo di viuzze che si snodano, lasciando il mare alle spalle all’altezza dell’hotel Sonali.
Seguire il percorso per raggiungere l’ashram è stato uno dei momenti più dolci e significativi per me. I miei piedi riconoscevano quel suolo e potevano seguire con familiarità la strada accidentata che porta allo spazio sacro, dove la presenza di Sri Yukteswar e di Yogananda è ancora viva e tangibile.
L’Oceano con le sue potenti onde fà da sfondo a questo luogo di realizzazione, dove due anime, unite al Divino, erano solite passeggiare mano nella mano, nel silenzio di una comunione interiore vera, completa e beata.
In questo mare sacro mi sono potuta immergere, offrendo tutto ciò che di me era pronto ad andarsene, dopo una cerimonia di purificazione, all’alba di una mattina speciale durante questo pellegrinaggio, insieme a fratelli e sorelle uniti da tante vite di meditazione, servizio e amicizia.
Più che in ogni esperienza precedente con il mare, ho vissuto questo elemento come un’entità viva, che comunicava con me; potevo sentire una presenza che gioiva, di una gioia senza limiti; potevo fondermi con essa. Lì ho trovato il Maestro che era parte di questo gioco divino, la sua essenza fusa con il tutto, e nello stesso tempo potevo “vederlo” emergere dalle onde e condividere questo gioco con la parte di me più ricettiva, espansa. Ho visto la sua veste arancione, il suo sorriso, lo sguardo di puro amore, la mano tesa verso di me. Ho chiuso gli occhi e mi sono immersa. Le onde mi hanno spinta con forza verso la riva, ma io ho continuato a tuffarmi onda dopo onda. Da “minuscola bolla di risa”, ho sperimentato per un fulgido istante di divenire “ il mare stesso della gioia.”
“Onda del mar … ritorna nel mar.”
Le benedizioni di Sri Yukteswar all’Ashram di Karar
L’Ashram di Sri Yukteswar è stato il luogo che per molti di noi è stato in grado di trasformarci. Ma non tutti tra di noi hanno trovato una connessione immediata con il grande Gyanavatar:
Thomas: “Un potente flusso di benedizioni mi ha travolto a Puri e all’Ashram di Karar. Fino ad allora, avevo sempre faticato ad aprirmi e connettermi con il nostro caro Maestro Sri Yukteswarji durante la meditazione. Oltre a tutti i nostri grandi Maestri, solo con lui ho avvertito un divario che sembrava impossibile da colmare.
Penso che una parte significativa di questo sia sempre stata il fatto che, fin dal primo momento in cui sono entrato in contatto con Sri Yukteswar, l’ho percepito come quel “disciplinatore molto severo e duro”, questo e solo questo, nient’altro.
Perciò, ad essere onesti, la prima volta che siamo andati al Karar Ashram non era esattamente il posto che più di tutti e più ardentemente desideravo visitare durante il pellegrinaggio…
Mi ci sono voluti uno o due giorni, ma pian piano mi sono reso conto che il legame tra me e lui si era capovolto. O meglio, la mia percezione era cambiata e il mio cuore si era aperto a un’altra dimensione della sua realtà divina.
Ho iniziato a sentire una connessione dolce e amorevole in tutte le nostre meditazioni alla tomba del nostro caro Sri Yukteswarji. Ancora non riesco a spiegarlo bene: è questa la particolarità delle benedizioni e dei miracoli… sono al di là delle nostre capacità mentali.
Ho chiesto ad alcuni dei miei Gurubhais, da cui ho capito che Yogananda (o Swamiji?) ha detto che quando ci addentriamo in livelli più profondi di meditazione possiamo percepire, e percepiremo, Sri Yukteswar come saggezza e calma percezione di beatitudine. Questo mi ha sconvolto e mi sconvolge tuttora. Questa benedizione mi ha insegnato ad ascoltare di più il mio cuore invece di voler sempre “cercare di capire tutto”.
Ora, quando vedo il mio caro Sri Yukteswarji su un altare, posso connettermi con lui in modo molto dolce. E se voglio che sia “il mio severo disciplinatore”, allora lo sarà!”.”
Dhuti: “Ogni volta che penso a Puri, il mio sentimento immediato è l’attesa. L’attesa di meditare nel mandir di Sri Yukteswar, sapendo che il suo corpo è proprio sotto di noi, seduto nella posizione del loto”.
Atul: “Essendo Puri la nostra prima tappa sulle orme dei nostri Maestri (ed essendo anche il mio primo “atterraggio” in India dopo più di 6 anni), c’è stato molto da assorbire. Ma ciò che più mi ha colpito è il tempo trascorso al Karar Ashram. È stata la mia prima visita a un ashram in India e le meditazioni lì portavano una sensazione speciale nelle vibrazioni coinvolgenti di Sri Yukteswarji. Il momento particolare che non dimenticherò mai è quando la nostra “famiglia” stava già meditando da tempo, e poi siamo scoppiati in un bellissimo kirtan con canti dedicati al nostro Paramguru.
Sentire un gruppo così numeroso suonare e cantare in armonia con una tale devozione circondando il terreno del tempio è stato per me semplicemente ammaliante. Dopo questo accadimento, ho riflettuto con un gurubhai che l’ashram si trovava proprio nel mezzo di un’area trafficata, con i normali rumori della vita cittadina. Quindi, se si potesse ingrandire la visuale e vedere il nostro gruppo che meditava e “kirtanava” nell’ashram da una “prospettiva più alta”, sarebbe molto più facile vedere (e sentire) quanto incredibilmente rara e speciale fosse la nostra esperienza. Oppure… forse sono solo io, visto che era la mia prima volta. Tutto questo per dire che mi sento incredibilmente fortunato ad aver fatto parte di questa esperienza”.
Prashana: “Meditare nel Karar Ashram di Puri è stata un’esperienza che mi ha trasformato. Ho percepito molto chiaramente la presenza di Sri Yukteswar e la calma profonda che contraddistingue questo grande Maestro. Ho sempre amato molto Sri Yukteswar, soprattutto attraverso la descrizione di Yogananda nell'”Autobiografia di uno Yogi”, ma in questo Ashram poco lontano dall’oceano dove lui ha lasciato il corpo, è successo qualcosa di speciale.
Grazie alle vibrazioni del suo amore e della sua profonda calma ho potuto fare un viaggio in parti di me ancora inesplorate che avevano bisogno di essere viste, trasformate e integrate. Sri Yukteswar, come un padre amorevole che sa quello di cui c’è bisogno, mi ha preso per mano e condotto in luoghi profondi e difficili per aiutarmi nel prossimo passo nella mia crescita spirituale. È stato intenso e difficile allo stesso tempo. Se dovessi dare un nome a questa esperienza sarebbe: “Sperimentare il potere dell’Amore che sa quello di cui c’è bisogno“.”
Nayaswami Atmajyoti: “Meditare insieme a tutti i membri del nostro pellegrinaggio dove giace il corpo del grande Avatar dello Yoga Swami Sri Yukteswar è stato per me il momento più importante della nostra permanenza a Puri. Mi ha fatto capire ancora una volta quanto sia importante per noi devoti avere l’opportunità di meditare dove i Maestri hanno vissuto e lasciato il loro corpo.
L’energia durante la nostra meditazione era così forte che ha immediatamente portato la mia coscienza a un livello a cui non ero abituata. È stato esaltante e, in un certo senso, liberatorio: praticare tutte le tecniche di meditazione mi è sembrato senza sforzo, entrare nel silenzio è stato facile e gioioso e poi, c’era questa dolcissima energia di amore profondo, di potente calma e di forte gioia. Mi ha toccato profondamente!
Volevo solo scoppiare a piangere – non per la tristezza, ma per la pura e profonda gratitudine verso Swami Sri Yukteswar, tutti i Maestri Kriya, questo percorso di autorealizzazione, Swamiji e la nostra comunità qui ad Ananda Assisi.
L’esperienza è stata come se dentro di me qualcosa fosse stato purificato, rienergizzato, ma anche una sorta di “riassestamento” in termini di “chi sono” e di “quali sono le mie vere priorità”.
L’esperienza e l’effetto di meditare tutti insieme sono stati profondamente ispiranti e trasformativi. Ancora una volta, hanno evidenziato l’importanza di meditare e di condividere la grazia dei Maestri con la propria famiglia spirituale. Così, uno dei propositi che ho portato con me da Puri è quello di trovare più tempo per meditare con la comunità e di dare e condividere consapevolmente l’energia con tutti”.
Jagannath e Totapuri Baba
Durga: “Puri non ha solo un significato speciale per i discepoli di Yogananda e Sri Yukteswar, ma è anche uno dei quattro Char Dham (luoghi sacri di pellegrinaggio) degli indù.
I quattro luoghi sono Badrinath a nord, Dwarka a ovest, Puri a est e Rameswaram a sud dell’India. Si dice che visitare questi luoghi sacri aiuti gli indù a trovare moksha (liberazione). Purtroppo non ci è stato permesso di entrare nel tempio di Jagannath a Puri, ma la nostra guida, Prem, ci ha fatto fare un giro intorno al posto e ci ha raccontato molte storie”.
Gianpietro: “Mi soffermo spesso sul ricordo di Totapuri Baba, quel luogo silenzioso e misterioso nella foresta. Ancora una volta sento il mantra Baja Govindam. Lo abbiamo cantato per molte ore, vicino alla sua tomba, dove l’acustica era celestiale…”.
Durga: “Ho avuto un’esperienza profonda nell’ashram di Totapuri Baba, il guru di Ramakrishna Paramhansa. Totapuri Baba era un Naga Swami (Swami nudo) che visse oltre 200 anni. Trascorse i suoi ultimi anni nell’ashram vicino a Puri, immerso nella meditazione silenziosa… È un luogo un po’ isolato, circondato da molti alberi, di una specie che avevo visto raramente in questa zona. Non c’era quasi nessuno in questo ashram mentre eravamo lì.
Dopo aver visto tutto, ci siamo seduti sulla terrazza e abbiamo iniziato un Ananda Kirtan (Baja Govindam). È stata una delle esperienze di silenzio più profonde che abbia mai vissuto, in cui il silenzio interiore veniva alimentato dal canto esteriore.
Il villaggio artistico
L’ultima tappa è stata il piccolo villaggio artistico di Raghurajpur, vicino a Puri.
Suryani: I pittori dell’Orissa, si trovano a 12 chilometri da Puri dove c’è il villaggio di Raghurajpur, immerso nella campagna dell’Orissa. Che non sia un villaggio qualunque, ve lo segnala all’arrivo un cartello: Raghurajpur, Heritage Craft village. Qui abitano i chitrakara, i pittori dell’Orissa.
Il villaggio è unico nel suo genere e stile, infatti ogni casa è caratterizzata da disegni, graffiti con minuziose decorazioni dove i locali hanno la possibilità di raccontare le storie della loro grande cultura. Lo stile è unico ed infatti i maestri che insegnano quest’arte sono veramente pochi e cercano di tramandare le loro conoscenze ai giovani allievi che vivono nel villaggio.
All’interno di ogni casa trovi un ricco assortimento di oggetti quali: statuine, scatole di ogni forma oppure oggetti decorativi realizzati con materie prime come: noci di cocco, foglie di banano, carta pesta e altro.
La loro specialità, a mio avviso, però è proprio il disegno che possono realizzare su diversi materiali e con colori, sempre naturali estrapolati dalle spezie, frutta oppure dalla verdura come il colore rosso della barbabietola o il giallo intenso della curcuma. Spesso usano realizzare disegni in bianco e nero, colore che ottengono tritando finemente e sciogliendo nell’acqua la mina delle loro matite.
Sono tante le case che puoi visitare ma poiché il tempo è poco allora decido di ascoltare la loro vibrazione e di sceglierne una. Sono capitata in una piccolissima casa costituita da un corridoio/laboratorio e da una stanza dove vengono accatastate le materie prime oppure gli oggetti semilavorati che attendono di essere ben asciutti per essere poi venduti ai turisti. La cosa che mi ha colpito molto è la cura con cui l’artista mostrava le sue opere, cercando di farmi notare tutti i piccoli dettagli disegnati e che ovviamente rappresentano una storia. Purtroppo l’artista non parla la mia lingua e quindi cerchiamo di esprimerci al meglio attraverso la gestualità. Scelgo una noce di cocco decorata minuziosamente e molto colorata, purtroppo non completata e lui cerca di dissuadermi per farmene acquistare una già finita; io però scelgo quella per i suoi colori e per tutti quei meravigliosi dettagli che la rendono unica. L’oggetto è una decorazione da appendere sull’albero di Natale realizzata con la noce di cocco vuota. Il prezzo che mi chiede è veramente irrisorio rispetto al suo valore effettivo e quindi gli lascio il doppio. Lui cerca di regalarmi qualche altro oggetto per compensare il disavanzo ma io lo ringrazio con un namaste e lui mi regala un meraviglioso sorriso che ti riempie il cuore di una gioia che non ha prezzo.
Continuo la mia passeggiata e cerco di ricordare alcuni dettagli di questo villaggio che avevo già visitato 12 anni prima. Infatti mi ricordavo di una specie di anfiteatro dove gli artisti inscenano danze spettacolari che raccontano le storie della loro meravigliosa cultura.”
Extra
Anche dopo il nostro pellegrinaggio in India, Atul non riusciva a lasciar andare ciò che aveva vissuto a Puri:

Il tetto dell’Ashram Karar
“In più, mentre assistevo ai panorami e ai suoni del Karar Ashram, ricordo di aver notato che la struttura del loto in cima al tempio era inclinata verso destra. Al momento non ci ho pensato molto, ma più tardi Darshan mi ha fatto notare la stessa cosa e mi ha chiesto se potevamo fare qualcosa per rimediare. Per raccontare brevemente, abbiamo appreso che la struttura era probabilmente stata danneggiata durante una tempesta, e ci è venuta l’idea di fare una raccolta fondi tra la nostra famiglia mondiale di Ananda per far sì che la struttura del loto venisse riportata alla sua bellezza originale. A febbraio abbiamo inviato un’e-mail all’ashram per sapere se erano disposti ad accettare l’idea e proprio questa settimana abbiamo scoperto che lo erano. Come ha detto Darshan ricevendo questa buona notizia, sembra che Sri Yukteswar stia sorridendo. Stiamo coordinando i prossimi passi per avere una discussione più dettagliata con l’Ashram, ma se le cose andranno come previsto, a un certo punto inizieremo una raccolta fondi per questa idea unica di aiutare il restauro della tomba. Come ho accennato prima, essendo originario dell’India e tornando per la prima volta per un pellegrinaggio, ho sentito un legame speciale con la terra, la gente e gli ashram che abbiamo visitato durante il nostro viaggio insieme. Per questo motivo, mi sento onorato e lusingato di poter assistere il Karar Ashram in questa impresa, per non parlare della possibilità di lavorare con un gurubhai (Darshan) di Ananda Assisi per realizzarla. È semplicemente meraviglioso pensare a come la Madre Divina stia collegando tutti i suoi figli attraverso i complessi arazzi intrecciati di questo mondo per portare un cambiamento per il meglio.
Con sentita gratitudine, A.”.
In Gioia
Durga, Atul, Ruby, Madri, Dhuti, Thomas, Gianpietro, Suryani, Prashana e Nayaswami Atmajyoti