Il 25 mattina, con una gioia incontenibile, siamo partiti da Napoli in 15, tutti con lo stesso, grande desiderio di tornare ad Ananda, la nostra Casa.

Avevo parlato spesso con Darshan e Santoshi, premurosi e amorevoli, per organizzare ogni cosa, facendo fluire l’energia, da cuore a cuore. Tanto tempo che non tornavo ad Ananda, troppo, e il pensiero di questa partenza mi riempiva, sempre di più, di una contentezza interiore ma anche contagiosa perché gli occhi riflettevano quello che l’Anima sentiva. Quando passo per l’ultimo arco di Assisi, quello che ti fa lasciare alle spalle la cittadella di Francesco per percorrere gli ultimi chilometri per giungere dove hai lasciato un frammento del tuo cuore, ho sempre cantato la stessa canzone ”Porta del mio cuor…”; e anche questa volta, insieme, abbiamo intonato questo canto così emozionante. Le ultime curve ed ecco apparire il nostro Rifugio, i posti così cari, il piacere di incontrare gli amici di sempre, cosi felici di vederti, e sembra ieri che sei stato lì, come se non te ne fossi mai andato…

Avevo chiesto a Darshan se avremmo potuto avere un fine settimana con incontri solo per il gruppo, così da creare momenti di maggiore coesione e crescita, e lui ha organizzato un weekend intenso e davvero straordinario.

Venerdì, dopo cena, siamo andati nel tempio e, mentre parlavo con Kirtani, è arrivato Peter che ha confabulato qualcosa con lei; poi si è avvicinato a me e mi ha chiesto ” Sei sicura che vuoi che cantiamo’ Sono qui da Napoli…?’ ” Gli ho risposto che avrebbe potuto essere una cosa molto carina . Lui ha obiettato che non la eseguivano da un paio di anni … Ci ho pensato un attimo, poi gli ho detto che Swami amava tanto Napoli e Sorrento; allora lui ha sorriso, ha detto che l’avrebbero cantata, ma che avremmo dovuto partecipare anche noi. E quando ha chiesto ai napoletani di alzare la mano, ho amato quando Darshan e Clarita hanno alzato la loro, ho sorriso e riso per questo gesto spontaneo che mi ha fatto sentire ancora di più l’unione che esiste tra tutti noi.

E dopo siamo stati con Clarita, che ci ha parlato dell’importanza di portare la pace dentro, di lavorare sui conflitti interiori e su quelli familiari per poter poi veramente riuscire a mandare Pace al mondo. Quando abbiamo recitato assieme il Mtralini mantra, mi è sembrato che un suono colmo di armonia navigasse per la stanza per poi volare, sicuro e determinato, nei cuori  sofferenti dei nostri fratelli, per portare Luce e conforto ovunque ce ne fosse bisogno.

E come descrivere l’incredula meraviglia della neve che, sabato mattina, ci ha regalato un paesaggio incantato, quello delle fiabe nordiche che hanno come protagoniste regine delle nevi e renne parlanti? Ma la casa di Swamij, calda e così viva da poter credere di vederlo aprirci la porta, sorridente e amichevole, ha riscaldato mani e cuori colmi di questa presenza tangibile  e abbiamo meditato profondamente, con Lui e con l’accogliente Gopala. Santoshi, che era dovuta partire, ci aveva, poi, preparato una piccola sorpresa al baretto: il dono di un caffè per tutti noi ed io ho sorseggiato il mio ringraziandola, silenziosamente, per questo gesto così dolce. So che vi sembra che vi stia raccontando di giorni e giorni mentre, invece, erano trascorse solo poche ore dal nostro arrivo ma, come sapete, quando si viene nel Regno di Ananda, il tempo si dilata e credi sia trascorsa una settimana, non una manciata di ore.

Bene, eccoci all’ incontro successivo, quello con Kirtani e Anand… Avevo visto quest’ultimo la mattina spalare la neve e avevo pensato alla semplicità e all’umiltà di questo gesto, fatto dal “capo spirituale “di Ananda e ho compreso che era stato Kriyananda a dare sempre l’esempio, facendo quello che serviva, con modestia, senza ostentazione …

Alle 11 di sabato, su un sentiero innevato, siamo andati al Krishna hall che ha ospitato un satsang prezioso, con storie diverse e il racconto, fatto col sorriso, del periodo in cui alcuni membri di Ananda, tra cui gli stessi Anand e Kirtani, erano stati in carcere ed io ho ricordato quando, ad Assisi per il Mahasamadhi del Maestro, eravamo usciti dall’albergo con Jayadev per cantare tutti assieme “Gioia , Gioia, Gioia” mentre  Anand e Kirtani passavano in auto, per salutarci un attimo, finalmente liberi.

E siamo rimasti con loro, incantati ad ascoltarli, mentre il tempo scorreva in vellutata armonia, tra complici sorrisi e cuori più leggeri.

Il nostro programma, fitto di incontri, ci ha regalato, dopo pranzo, Darshan, compagno di viaggio, delicato e profondo, sempre così vicino e disponibile. I suoi consigli preziosi sulla meditazione o aspetti della vita quotidiana, arrivano sempre al momento giusto ed io so che, quando ho bisogno di lui, c’è sempre, pronto ad ascoltarti, a capirti.

Le ore sono volate ed è arrivata la domenica con l’ultimo incontro, quello con Narya… Quante lacrime, nodi che si sono sciolti, tutti molto commossi ed io mi sentivo come cullata, rassicurata, protetta e ho ricordato quando venni invitata da lui e Laura ad andare a casa di Swamij, ad Ananda village, solo noi in quel posto magico che mi porto nel cuore, uno dei luoghi, che sento più colmi dell’energia di Swamij .

Un altro momento speciale, per me, è stato quando Mahja mi ha invitato a leggere durante la cerimonia della Luce, speciale perché mi sono sentita ancora di più, se possibile, accolta e inclusa, goccia dello stesso Oceano .

Quando è venuto il momento di andare via, Bikram ha chiesto di cantare per noi una canzone che amo infinitamente e la commozione ha preso tutti quando le prime parole, lievi come farfalle, hanno dato inizio alle loro benedizioni “Go with love / may joyful blessings / speed you safely / on your way…”. E siamo andati via, più ricchi di quando eravamo arrivati, pieni di regali multicolori, gonfi di tristezza per il nostro andare via, ma colmi di Gioia per tutte le benedizioni ricevute da ognuno, dai membri dell’ufficio, da Shiva nella piccola oasi del bar di Rasamayi, da chi ha preparato cibi gustosi e da chi ce li ha offerti, dai Maestri, e da Swami Kryananda al quale va la mia eterna gratitudine per avermi mostrato la strada che mi ha riportato a casa. Siamo arrivati che eravamo napoletani ma, quando siamo ripartiti, eravamo cosmopoliti, un’unica grande Anima, cittadini del grande regno che non ha confini, il Regno di Ananda.

Mira

per Ananda Napoli