Il Kriya Yoga è una tecnica avanzata per l’evoluzione spirituale, che è stata tramandata da epoche caratterizzate da una maggiore illuminazione spirituale. Fa parte dell’antica scienza del Raja Yoga, ed è menzionato da Patanjali negli Yoga Sutra e da Sri Krishna nella Bhagavad Gita. La tecnica vera e propria del Kriya può essere rivelata solo agli iniziati, ma il suo fine e l’essenza della sua natura sono stati descritti da Paramhansa Yogananda e Swami Kriyananda nelle loro rispettive autobiografie, nei capitoli dedicati a questo argomento.

«Il Kriya yogi dirige mentalmente la propria energia vitale, facendola ruotare, in su e in giù, attorno ai sei centri spinali (i plessi midollare, cervicale, dorsale, lombare, sacrale e coccigeo) che corrispondono ai dodici segni astrali dello Zodiaco, il simbolico Uomo Cosmico. Mezzo minuto di rivoluzione dell’energia intorno alla spina dorsale dell’uomo determina sottili progressi nella sua evoluzione; quel mezzo minuto di Kriya equivale a un anno di naturale sviluppo spirituale». — Paramhansa Yogananda

«Il Kriya Yoga dirige l’energia lungo la spina dorsale e attorno ad essa, neutralizzando gradualmente i vortici di chitta. Allo stesso tempo esso rafforza i nervi della spina dorsale e del cervello, rendendoli capaci di ricevere correnti cosmiche di energia e di coscienza. Yogananda ha affermato che il Kriya è la scienza suprema dello yoga». — Swami Kriyananda

La conoscenza del Kriya rimase sepolta durante l’era oscura del materialismo, che in India è chiamata Kali Yuga. Venne riportata in vita dall’immortale maestro indiano, Babaji, che nel 1863 la insegnò a Shyama Charan Lahiri di Benares, il quale successivamente articolò i principi del Kriya in una serie specifica di pratiche di meditazione e pranayama. Lahiri Mahasaya insegnò questa scienza a migliaia di discepoli, la maggior parte dei quali erano persone con famiglia che, come lui, conservarono le loro responsabilità terrene pur praticando il Kriya.

In uno dei passaggi più importanti di Autobiografia di uno Yogi, Babaji parla del Kriya nell’epoca moderna e dice:


«Una profonda ragione giustifica il fatto che tu non mi abbia incontrato questa volta prima d’essere già un uomo sposato, con delle modeste responsabilità di lavoro. Devi abbandonare il pensiero di unirti al nostro gruppo segreto nell’Himalaya: la tua vita deve essere vissuta tra la folla cittadina, servendo come esempio di yogi-capofamiglia ideale.

«Le grida di molti esseri umani confusi non sono giunte invano alle orecchie dei Grandi» egli continuò. «Tu sei stato prescelto per portare, mediante il Kriya Yoga, conforto spirituale a numerosi ricercatori sinceri. Milioni di persone, gravate dai legami familiari e dai pesanti doveri del mondo, riceveranno da te nuova speranza, poiché anche tu sei un capofamiglia come loro. Dovrai aiutarli a comprendere che i più alti traguardi dello yoga non sono negati a coloro che hanno famiglia. Anche rimanendo nel mondo, lo yogi che onestamente adempie le proprie responsabilità senza un movente o attaccamento personale, percorre la via sicura dell’illuminazione … Un dolce e nuovo soffio di divina speranza penetrerà negli aridi cuori degli uomini del mondo. Osservando la tua vita equilibrata essi comprenderanno che la liberazione dipende dalle rinunce interiori, più che da quelle esteriori …».

“I gazed beseechingly at Babaji. ‘I pray that you permit me to communicate Kriya to all seekers, even though at first they cannot vow themselves to complete inner renunciation. The tortured men and women of the world, pursued by the threefold suffering, need special encouragement. They may never attempt the road to freedom if Kriya initiation be withheld from them.’

Fissai Babaji con sguardo supplichevole. «Ve ne prego, permettetemi di comunicare il Kriya a tutti coloro che cercano, anche se inizialmente non possono votarsi alla completa rinuncia interiore. Il genere umano, perseguitato da un triplice ordine di sofferenze, ha bisogno di un incoraggiamento speciale. Queste persone potrebbero non tentare mai la via della liberazione, se l’iniziazione al Kriya fosse loro negata».

«Così sia. La volontà divina è stata espresso attraverso te».

Con queste semplici parole il guru misericordioso annullò le rigorose precauzioni che per secoli avevano nascosto il Kriya al mondo: «Offri liberamente il Kriya a tutti coloro che umilmente cercano aiuto».

Il Kriya Yoga raggiunge l’Occidente

La tecnica del Kriya è stata trasmessa con la stessa cerimonia sacra di iniziazione che fu scelta da Babaji per Lahiri Mahasaya e che fu successivamente trasmessa attraverso i discepoli di Lahiri Mahasaya e dai loro discepoli alle generazioni successive.

Paramhansa Yogananda è un discendente spirituale diretto di Babaji e di Lahiri Mahasaya. Il suo guru, Swami Sri Yukteswar Giri, fu uno dei discepoli più avanzati di Lahiri Mahasaya. Nel 1920 Yogananda fu ispirato dai suoi guru a portare le pratiche del Kriya e la conoscenza delle verità eterne e universali (che in India sono chiamate Sanaatan Dharma) nel mondo occidentale. Da quel momento sino alla sua morte, nel 1952, egli visse negli Stati Uniti, dove iniziò al Kriya decine di migliaia di sinceri ricercatori, ispirandoli a dedicare la loro vita a realizzare Dio.

In India le indicazioni per condurre una vita spirituale e “yogica” sono ben conosciute, ma in Occidente Yogananda dovette educare le persone a concetti quali l’importanza di una alimentazione sana, di un atteggiamento retto, di una vita equilibrata che crei armonia tra corpo, mente e anima, l’importanza di sviluppare la forza di volontà e l’autodisciplina, nonché di trascendere gli attaccamenti fisici ed emotivi. Questi insegnamenti “di vita” sono diventati una parte essenziale del sentiero del Kriya Yoga, proprio come gli yama e i niyama di Patanjali sono passi necessari per raggiungere i livelli più alti del Raja Yoga.

Gli insegnamenti di Yogananda inseriscono quindi le tecniche del Kriya Yoga nel più ampio contesto di uno stile di vita yogico. Centri educativi e comunità basati su questo stile di vita sono nati negli Stati Uniti, in Europa e in India a opera di Swami Kriyananda, discepolo diretto di Yogananda.

Il Kriya Yoga tramite Ananda

I maestri spirituali infondono spesso in qualcuno dei loro discepoli più devoti il potere di portare avanti la loro tradizione, a volte anche mentre essi sono ancora in vita. È interessante notare come: «…non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli» (Gv 4,2).

Paramhansa Yogananda diede ad alcuni dei discepoli a lui più vicini anche l’autorizzazione a impartire le iniziazioni per suo conto. Alcuni di questi discepoli erano membri del suo ordine monastico, mentre altri erano capifamiglia, secondo la tradizione Kriya di Lahiri Mahasaya.

Swami Kriyananda aveva trascorso meno di un anno con Yogananda, quando il Maestro lo incaricò di occuparsi dei monaci e lo autorizzò a dare l’iniziazione al Kriya. Nei rimanenti anni di vita di Yoganandaji, Kriyananda impartì spesso l’iniziazione. Dopo la morte di Yoganandaji, Kriyananda venne inviato in molti luoghi del mondo a parlare della realizzazione del Sé e a dare l’iniziazione al Kriya.

Dopo aver fondato Ananda nel 1968, Kriyananda continuò a educare i devoti agli insegnamenti della realizzazione del Sé, aiutandoli a prepararsi a ricevere il Kriya, ciascuno secondo le sue capacità e i suoi tempi. In anni più recenti, Kriyananda ha autorizzato alcuni membri di Ananda Sangha a dare le iniziazioni al Kriya nel nome di Yogananda. Vi sono attualmente quattordici Kriyacharya in tutto il mondo che impartiscono le iniziazioni.

I Kriyacharya di Ananda in India, Marzo 2007
Dietro, da sinistra: Dharmadas Schuppe, Jaya Helin, Anand Stickney, Dave Warner Davanti, da sinistra: Dhyana Lynne, Shivani Lucki, Devi Novak, Jyotish Novak, Bharat Cornell, Kirtani Stickney