Satya nell’era digitale

La verità è una ed eterna. Cerca l’unione con essa dentro, nel tuo Sé immortale.
– Raggi della stessa luce, di Swami Kriyananda

Satya è una forma di disciplina yogica. Come principio significa veridicità; come pratica è spesso tradotta come non mentire.

In effetti, tale disciplina è importante non solo per chi pratica lo yoga, ma anche per lo sviluppo emotivo e mentale di ciascun individuo. Quale altra pratica può darci il potere di orientarci correttamente nel labirintico mondo di oggi? Senza verità, anche la felicità diventa falsa!

Satya nell’era digitaleNegli ultimi decenni, una  nube grigia di notevole inquinamento elettromagnetico ha avvolto il nostro pianeta. L’unica possibilità di sfuggire alla sua influenza è che ognuno di noi vada dentro di sé, oltre i dettami del proprio cervello dipendente dalla dopamina, e permetta lo sviluppo dell’intuizione. Non è facile arrivarci, perché questa nuvola pervasiva “connette” le persone ovunque, attraverso radio, televisione, telefonia mobile e internet. Questi mezzi di comunicazione ci inondano di dati e di prospettive, sia corrette che erronee.

Nello spazio virtuale, informazione e disinformazione sono abbondanti come le stelle nel cielo. La stella polare di Satya è anche lì, ma è difficile da trovare!

La verità non si basa su fatti oggettivamente misurati o sul recente fenomeno dei “fatti alternativi”. Un saggio ha definito la verità “perfetta corrispondenza con la realtà”: non la realtà come una serie di dettagli, ma piuttosto come l’energia creativa e cosciente sottostante, che comprende tali dettagli. La verità è meravigliosamente autosufficiente e, in quanto tale, non ha bisogno di distinguere tra informazione e disinformazione; non si affida a nessuna delle due, perché segue il proprio suggerimento. È uno stato assoluto di pura coscienza nel cuore dell’uomo, un sentire fermo, un sapere chiaro, non influenzato dal mondo esterno, che porta sempre a qualche forma di creatività.

Arriverà un momento nella vita delle persone in cui tali osservazioni sulla verità, che fanno riflettere,  diventeranno importanti. A quel punto, le persone cercheranno nella vita qualcosa di reale, al di là delle esperienze finte, superficiali e legate allo schermo, offerte dal mondo digitale. Cercheranno invece qualcosa di più sostanziale, da trovare solo nelle meravigliose profondità interiori della realizzazione del Sé. Lì i nostri sentimenti più intimi, troppo spesso sovrastati dalla frenesia della società moderna, vengono alla ribalta, portando l’intuizione e guidandoci verso stati di coscienza trascendentali.

La verità diventa sempre più attraente per noi, perché iniziamo a sperimentare l’autosufficienza emotiva, la forza interiore e la gioia che ci procura.

Ma quando ci allontaniamo da essa, e quindi da noi stessi, una marea di bugie può portarci da lidi sicuri ad acque costantemente agitate da innumerevoli vortici, onde e correnti contrastanti. Per molto tempo siamo stati agitati e confusi, incapaci o non disposti a discernere la luce dell’autenticità nelle oscillazioni irrequiete dell’informazione e della disinformazione. Ora un’inondazione ci ha colti e trascinati lontano dalla costa, dalla terraferma della stabilità psicologica e dell’affidabilità morale.

Ora la paura e la rabbia sono le nostre principali forze motivazionali. Aggrappati a zattere di menzogne, sballottati a destra e a sinistra dalle tempeste dell’inquietudine, ci sentiamo soli e cerchiamo di far salire a bordo altre persone, facendo disinformazione: la loro fiducia nelle nostre parole deve darci un sollievo temporaneo dalle torturanti insicurezze che ci perseguitano.

Tuttavia, la terraferma non è mai completamente lontana dalla vista. Satya, come un faro che lampeggia, ci chiama. Lo notiamo, iniziamo a osservarlo e diventiamo gradualmente meno interessati alle bugie che condividiamo con la nostra compagnia di bugiardi sulla zattera. Questi ultimi, a loro volta, si scoraggiano per la nostra crescente indifferenza alle loro vane chiacchiere e si rituffano nel mare del caos, alla ricerca di altri bugiardi.

Ora siamo liberi di strisciare verso la terraferma. Più ci avviciniamo al faro della verità, più forti diventano i nostri colpi. E poi arriva il momento glorioso in cui rimettiamo piede sulla terraferma. Il mare della falsità, con le sue irrequiete correnti incrociate, i suoi vortici e le sue onde, imperversa ancora dietro di noi, ma i nostri piedi ora toccano terra. Ora possiamo dirigere i nostri passi, attraverso la pratica del Satya. Il nostro sguardo torna al vicino faro, costruito su una roccia che per secoli le onde tempestose hanno cercato invano di assalire.

Ora inizia l’emozionante processo di rilassamento mentale ed emotivo: lasciamo andare ciò che non ci riguarda. Ci rendiamo conto del fatto che al momento della resa dei conti ci lasceremo alle spalle qualsiasi valore abbiamo attribuito al mondo, nelle sue sfaccettature materiali e digitali. E allora ce lo lasciamo alle spalle ora, per concentrarci unicamente su qualcosa di più valido.

Diventiamo yogi che guardano in alto, prima timidamente, poi quotidianamente, poi costantemente, nel punto tra le sopracciglia, dove gradualmente i nostri due occhi diventano un occhio solo. Lì cerchiamo la sintonia con l’aspetto più alto della realtà,  la Verità che, come dice Gesù, ci renderà liberi. In silenzio i nostri cuori gioiscono per questo nuovo tesoro ritrovato.

Inosservati e inascoltati dalle moltitudini, pratichiamo umilmente e silenziosamente Satya, fino a quando, finalmente, potremo unirci alle persone di buona volontà, che, nel nostro bel pianeta, non mancheranno mai.

Satya nell’era digitale

1 Comments

  1. mm

    Meraviglioso! Grazie 🙏
    Esattamente ciò che sto vivendo io!
    Tanta luce a te!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *