La fede come valore pratico: Quanto dovrebbe essere gratuita ogni cosa?

Swami Sri Yukteswar Giri, il mio Paramguru, è stato citato da Paramhansa Yogananda, nell’Autobiografia di uno Yogi, per avere detto: “Fino a quando respirate liberamente l’aria della terra, avete l’obbligo di rendere un servizio riconoscente”.

Chi deve servire chi? L'”aria della terra” è semplicemente lì; è qualcosa che deriva dall’essere nati su questo pianeta. Per cosa, ci si potrebbe chiedere, c’è bisogno di gratitudine? Eppure nulla nell’universo ci viene dato come semplice meccanismo, in modo automatico. La virtù della gratitudine è soprattutto per noi stessi: È auto-nobilitante.

Il successo nella vita dipende dalla capacità di obbedire ai dettami della legge karmica. Questa legge riguarda ciò che facciamo, non ciò che ci viene fatto, in quanto suoi destinatari passivi. Anche ciò che riceviamo nella vita è un’energia che noi stessi abbiamo già generato, e che quindi abbiamo attratto a noi.

La fede come valore pratico

Tutto è un’energia che noi stessi abbiamo già generato; foto @unsplash

Il successo materiale dell’America esemplifica in modo eccellente questa legge in azione. Molti pensano che questo successo sia prodotto solo dall’efficienza materiale. L’efficienza è senza dubbio importante; a suo modo è un principio divino. Il vero successo dell’America, tuttavia, più di quanto la maggior parte degli americani stessi si renda conto, è sempre stato generato da un duplice atteggiamento di fede e di generosità.

Un amico sudamericano mi ha fatto notare anni fa una cosa che ho trovato interessante. “Il vostro Paese”, mi disse, “è stato fondato su principi spirituali. I Padri Pellegrini giunsero su queste coste in cerca di libertà religiosa. Lo sviluppo del Sud America da parte della Spagna, invece, era motivato dal desiderio di oro. Il Nord America ha prosperato fin dall’inizio. I Paesi dell’America Latina, invece, hanno conosciuto il caos e la povertà per secoli”.

Negli anni ‘60, quando l’America e la Russia erano in competizione per essere i primi ad inviare l’uomo sulla luna, fu proposta una soluzione divertente: “Tutto ciò che l’America deve fare è spendere abbastanza soldi per mettere un cane sulla luna e tenerlo in vita per un po’. Gli americani si preoccuperebbero così tanto per quel povero animale che si riunirebbero spontaneamente, e raccoglierebbero i fondi necessari per riportarlo sulla Terra”.

Per contro, il karma può essere visto all’opera anche su un altro piano, quello del destino dell’Inghilterra. Marco Polo, il veneziano, viaggiò dall’Italia alla Cina nel XIII secolo. Nel suo viaggio di ritorno passò per l’India. Nel suo libro, “I viaggi di Marco Polo“, egli annotò che l’India era allora “il Paese più ricco del mondo”. Non è curioso pensare che l’Inghilterra, salita al potere non molto tempo dopo in India, sia diventata una nazione grande e ricca, e che l’India, nello stesso periodo, sia sprofondata nella posizione di quello che si chiama eufemisticamente “Paese del Terzo Mondo”? Nei secoli successivi, la crescente pratica dell’Inghilterra di assorbire ricchezza dagli altri, senza restituire loro un decimo (la decima) dei benefici ricevuti, è stata la sua definitiva rovina karmica.

Nel 1950 chiesi al mio Guru informazioni sul futuro dell’Inghilterra. Con sorprendente fermezza mi rispose: “L’Inghilterra è finita”. Si riferiva, ovviamente, al buon karma che aveva assicurato all’Inghilterra il suo successo di un tempo.

Che dire, invece, dell’India? La povertà dell’India degli ultimi secoli è stata anch’essa karmica? Ovviamente sì, doveva esserlo. Bisogna però aggiungere che quella indiana è l’unica civiltà antica sopravvissuta all’influenza disgregatrice del tempo, che alla fine riduce anche le alte montagne alla piattezza delle pianure. C’è però un altro lato in questa storia. La devozione dell’India alla verità spirituale è stata la sua forza karmica. Oggi l’India si sta elevando di nuovo tra le nazioni del mondo. È destinata un giorno, come disse il mio Guru, a unirsi all’America. Insieme, i due Paesi guideranno il mondo verso la prosperità materiale e spirituale.

La legge karmica richiede che si restituisca con gratitudine nel servizio qualsiasi beneficio ricevuto. In questo modo, il bene introdotto nel mondo si espande. Questa legge funziona in modo infallibile ad ogni livello, sia spirituale che materiale.

La fede come valore pratico

restituisca con gratitudine nel servizio qualsiasi beneficio ricevuto; foto @unsplash

Molti anni fa ho ricevuto una conferma spettacolare di questa verità infallibile. Alcune persone avevano cercato di distruggermi con grande rabbia, con false accuse. Ho riflettuto sul consiglio di Sri Yukteswar e ho deciso che il modo con cui rispondevo era più importante di quello con cui gli altri mi trattavano. Decisi, quindi, di rispondere con amore all’energia che avevano emesso. Da allora, negli anni, ho notato solo un aumento, purtroppo, della loro rabbia nei miei confronti. Per quanto mi riguarda, invece, aderendo a questo insegnamento spirituale, ho trovato un immediato beneficio in termini di pace interiore. Alla fine, inoltre, sono riuscito a raggiungere il successo in tutte le cose che speravo di realizzare.

Da allora ho fatto molte cose, tra cui la stesura di ottanta libri. Quasi tutti i profitti di questi libri sono stati destinati alla creazione di comunità spirituali, dove circa mille persone vivono oggi una vita proficua e armoniosa.

Negli ultimi anni, lo stesso gruppo si è impegnato a fondo per cercare di distruggere me e il mio lavoro. Avevamo un disperato bisogno di fondi per contrastare la loro decisa azione legale. In quel periodo scrissi e pubblicai un libro intitolato “Fallo ORA!”, che offriva ogni giorno per un anno un pensiero su cui riflettere e agire. Nonostante il nostro urgente bisogno di denaro per pagare i nostri avvocati, ero così ansioso di far uscire questo libro e di farlo arrivare a quante più mani possibili, che ho investito il mio denaro per stamparne 5.000 copie, che ho regalato gratuitamente. Lascio valutare a teste più sagge della mia la saggezza pratica della generosità, in un momento in cui i nostri bisogni avrebbero potuto essere definiti disperati. Posso solo dire che..: Qualcosa ha funzionato. Ananda Sangha è uscito dalla lotta più forte che mai.

Ho sempre cercato di mettere in pratica i consigli del mio paramguru con queste modalità.

A volte mi trovo a riflettere sul karma che si genera se si cerca di ottenere qualcosa senza dare nulla in cambio. È possibile essere un mendicante non solo letteralmente, ma anche mantenendo un atteggiamento che si concentra solo sul ricevere, piuttosto che sul condividere con gratitudine. Naturalmente è una disgrazia essere poveri. Si dovrebbe sempre essere compassionevoli verso coloro che sono così afflitti. Allo stesso tempo, sorge una domanda interessante: che tipo di karma si genera chiedendo l’elemosina? Oppure, che tipo di karma si crea mantenendo un atteggiamento da mendicante? L’elemosina in sé, anche nell’atteggiamento, non genera un buon karma. Il tentativo stesso di ricevere senza dare qualcosa in cambio va contro la legge karmica.

In India è diffusa la convinzione che l’insegnamento spirituale faccia eccezione a questa regola. Si dice che tale insegnamento debba essere sempre dato gratuitamente. Si tratta di una concezione errata. Cercare di ricevere a qualsiasi livello senza dare la giusta ricompensa comporta un indebolimento a livello karmico. Ciò che dovrebbe essere gratuito è l’atto di dare. Quando si riceve, ci dovrebbe essere sempre un’espressione consapevole di apprezzamento. L’atteggiamento “do ut des” comunemente attribuito ai mercanti svilisce, in un certo senso, sia colui che dà sia colui che riceve. Dare gratuitamente è lo spirito del nishkam karma: “azione senza desiderio dei frutti dell’azione”, che è l’insegnamento di Sri Krishna nella Bhagavad Gita. Aspettarsi di ricevere insegnamenti spirituali gratuitamente, invece, è un errore karmico. In questo senso, nulla dovrebbe essere considerato gratuito. Non è nemmeno sbagliato far pagare le lezioni spirituali, se il compenso pagato è ragionevole e va a favore di una buona causa.

Quando, all’età di diciotto anni, studiai canto, la mia insegnante mi disse con fermezza, preventivamente: “Le lezioni costeranno cinque dollari. Non è che io abbia bisogno di soldi. Ma, tuttavia, Tu devi pagare”. Così, anche Babaji fece sì che Lahiri Mahasaya facesse pagare cinque rupie per l’iniziazione al Kriya. Era per il bene dello studente, non per il suo. Il denaro stesso andava ai poveri. Nel mio caso, invece di chiedere a mio padre di pagarmi le lezioni di canto, una sera alla settimana facevo il cameriere in un ristorante locale racimolando, così, i soldi necessari.

Nell’antico sistema Gurukul, in India, gli studenti pagavano per l’insegnamento ricevuto in base alle loro capacità. Più ci si dà generosamente – a Dio, alla vita o all’universo, ancor più che a qualsiasi individuo – più la legge karmica lavora a proprio favore.

La fede come valore pratico

la fede è la cosa più pratica di tutte!

Anni fa, in un programma televisivo, mi è stato chiesto: “Che cosa ha fatto in termini “pratici” per assicurare il successo delle sue comunità?”. Risposi con convinzione, frutto della mia esperienza personale: “Non ignoro mai l’importanza della praticità. Lo scopo stesso della scienza dello yoga è quello di rendere pratica la nostra religione. Essere materialmente pratici significa solo applicare i principi divini al piano materiale. Per rispondere alla sua domanda, tuttavia, ho imparato per esperienza che la fede, quando è applicata per il bene degli altri e non solo per il proprio, è la cosa più pratica di tutte!


E qui potete scoprire di più su come il dono può trasformare la vostra vita: “La gioia di dare”

2 Comments

  1. mm

    Grazie per questo articolo illuminante : la Fede e la Gratitudine muovono le montagne ,grazie per avermelo ricordato.
    Condividere e aiutare è praticare la Fede. Grazie

  2. mm

    Grazie Swamiji per le tue perle di saggezza disseminate nella tua opera: sempre attuali, sempre appropriate e sincroniche.
    Jai Guru!

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