Il loto che cresce, dal fango alla luce

Le lacrime di dolore si trasformavano sempre più in lacrime di sollievo e ciò ha reso nuovamente possibile qualcosa che nei mesi precedenti sentivo bloccato: la possibilità di donare.


Qualche giorno fa, nel piccolo tempio di Babaji della luminosa e accogliente Comunità Ananda di Guardabosone, un pensiero si è affacciato alla mia mente, durante una meditazione, in modo insistente: “racconta la tua esperienza”.

Più accoglievo questo invito nel mio cuore, più la commozione e la gioia in me diventavano profonde, vibranti e vive, tanto da farmi riconoscere questo pensiero come qualcosa di più di un semplice frutto della mia mente razionale.

E’ grazie a questa ispirazione che ora sono qui a raccontare la mia storia.

A cavallo tra il 2021 e il 2022, nel giro di pochi mesi, la mia vita ha subìto un terremoto potente, a causa di una catena di eventi dolorosi che si sono susseguiti molto rapidamente, quasi senza darmi il tempo di realizzare: una mia cara amica, sorella d’anima, ha lasciato il corpo dopo una lunga malattia; il mese successivo la stessa cosa è successa a mia sorella di sangue, in modo repentino e inaspettato. Dopo 3 settimane, il mio papà ha avuto 2 collassi, uno dietro l’altro, e la mia mamma è sprofondata in uno stato depressivo. Io stessa ho avuto un problema di salute che si è poi trascinato per qualche mese.

In quello stesso periodo, l’emergere di alcune difficoltà relazionali ha fatto sì che persone molto care al mio cuore avessero sentito l’esigenza di allontanarsi.

Insomma, una costellazione di perdite, sfide e difficoltà. Credo sia superfluo dire che mi è mancata la terra sotto i piedi.

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Il mio cuore desiderava solo tregua, serenità e pace, ma le vedeva come un traguardo lontano, quasi irraggiungibile.

Inizialmente, nel mezzo della sofferenza era davvero difficile per me mantenere lucidità e centratura. Il mio cuore desiderava solo tregua, serenità e pace, ma le vedeva come un traguardo lontano, quasi irraggiungibile. E’ lì che, presa dalla disperazione, mi sono appellata all’aspetto materno di Dio, ricordando le parole del Maestro:

“L’oscurità è solo l’ombra della mano che la Madre Divina tende con tenerezza. Non dimenticatelo. Talvolta, quando la Madre sta per accarezzarvi, prima di sfiorarvi, la sua mano proietta su di voi un’ombra. Perciò, quando sopraggiunge una difficoltà, non pensate che Ella vi punisca; la Sua mano che proietta un’ombra su di voi racchiude sempre una benedizione mentre si tende per portarvi più vicino a Lei”.

Queste parole dolci sono state per me come un nettare; mi aggrappavo alla tenerezza del mio Maestro come se fosse acqua nel deserto. E’ qui che ho sperimentato un primo insegnamento importante: l’affidamento.

Le mie sole forze di certo non bastavano per affrontare l’uragano che era la mia vita in quel momento; pertanto, la mia pratica quotidiana era diventata quella di fare ogni cosa insieme al Guru, affidandogli qualunque dolore, azione e pensiero. Ogni momento era un esercizio di resa e affidamento, una preghiera silenziosa e ininterrotta che aveva il potere di accendere una luce in mezzo all’oscurità. Più portavo questa pratica in profondità, più un senso di protezione e coraggio morbidamente mi avvolgeva; non che fosse facile né lineare, ma la Madre Divina era presente, con dolcezza infinita, ogni volta che cadevo e ricadevo nello sconforto, pronta a tendermi la mano nuovamente per riprovarci e innaffiando il mio cuore di speranza.

La sintonizzazione con l’aspetto materno di Dio ha prodotto in me una seconda ispirazione importante: l’urgenza di aprire il cuore.

Può sembrare ovvio, ma spesso esiste un abisso tra sapere una cosa e metterla in pratica: guardando con sincerità dentro di me, mi rendevo conto che, per quanto desiderassi dare e ricevere amore, non ero in grado di accoglierlo appieno, perché il mio cuore si era congelato.

E’ così che, dietro le palpebre chiuse, nel punto in mezzo alle sopracciglia, ripetutamente visualizzavo gli occhi amorevoli di Yogananda, chiedendogli di scardinare le mie paure, difese e resistenze per poter tornare ricettiva e aperta. In quel periodo preferivo canti devozionali e mantra dall’energia dolce e sceglievo letture che si soffermassero sulla devozione e sulla qualità della compassione (oltre ai testi del Maestro, quelli di Sri Daya Mata).

Con il passare delle settimane e dei mesi notavo il cuore aprirsi ed espandersi, sciogliendo i ghiacci: le lacrime di dolore si trasformavano sempre più in lacrime di sollievo e ciò ha reso nuovamente possibile qualcosa che nei mesi precedenti sentivo bloccato: la possibilità di donare.

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Con il passare delle settimane e dei mesi notavo il cuore aprirsi ed espandersi

Mi erano molto care queste parole del Maestro: O silenzioso Riso dello Spirito! Sorridi nella mia anima. Fa che la mia anima sorrida nel mio cuore e il mio cuore sorrida nei miei occhi. Fa che io sia un milionario di sorrisi, per poter donare generosamente ai cuori bisognosi la ricchezza dei tuoi sorrisi”

Così, ho ricominciato a sorridere alle persone, conosciute e sconosciute, ovunque mi trovassi. Quanti sguardi aperti, occhi limpidi e sorrisi sinceri ho trovato sulla mia strada, in risposta: che Gioia! Come cambia l’esistenza quando si entra nel flusso del dono! Il cambiamento era concreto e tangibile; avevo la netta percezione che donare dolcezza e sorrisi stesse rimodellando la mia biochimica: l’energia, la creatività e la gioia, infatti, ricominciavano gradualmente a scorrere in me. La parola “gradualmente” non l’ho scelta a caso, perché in effetti il percorso è stato tortuoso e lento, ma proprio questo mi ha portato a soffermarmi su una caratteristica importante: la pazienza.

Yogananda scrive: “Se pianti un seme nella terra e dopo continui a scavarla per vedere se il seme è germogliato, esso non germoglierà mai”. Questa gradualità, lungi dall’essere un ostacolo, era diventata per me motivo e occasione per osservare e vivere ogni tappa del mio processo di rinascita in modo attento, curioso e consapevole, celebrandone la meraviglia ad ogni istante.

Più recuperavo energia, più mi sentivo pronta per poter dare finalmente un senso a tutto il dolore vissuto. Yogananda parla dell’importanza dell’autoanalisi identificandola come la chiave del successo e la massima arte del progresso. Sebbene il mio ego non fosse molto d’accordo, ad un livello più profondo ero intimamente consapevole che tutto quanto mi era accaduto serviva per rafforzare il mio Potere e per portarmi a progredire spiritualmente, pertanto la mia richiesta costante era quella di poter comprendere.

Come mai questa catena ininterrotta di sofferenze e di separazioni? Quale poteva essere il dono, la perla nascosta all’interno di queste esperienze così dolorose, che dal punto di vista egoico non avevano fatto altro che minare alla base ogni mia certezza, pilastro e solidità? Il Maestro mi ha portato due risposte diverse e intrecciate.

La prima è arrivata in modo intuitivo e rapido, attraverso le letture: “devi imparare a rimanere imperturbato in mezzo al frastuono di mondi che si infrangono (Paramhansa Yogananda)“.

Era ormai chiaro: tutto mi era crollato davanti agli occhi per darmi la preziosa opportunità di volare più in alto, di sradicare gli attaccamenti alle mie certezze (rassicuranti ma limitanti) e di coltivare un amorevole distacco. Per rafforzare il messaggio, il Guru mi ha circondata di un satsang all’interno del quale questa tematica era molto viva, perché la maggior parte delle persone della mia vita erano alle prese anch’esse con questa stessa sfida. Spesso ho realizzato quanto fossimo ispirazioni e strumenti amorevoli gli uni per gli altri: una risorsa preziosa.

La seconda risposta è arrivata attraverso il mio servizio: lavorando come psicoterapeuta, a contatto diretto con la sofferenza, ho sentito di poter usare il mio vissuto di dolore per provare a entrare in quello degli altri con ancora maggior compassione, umiltà e rispetto, lasciando che sia il Maestro ad agire attraverso me. E’ stata ed è tuttora un’esperienza trasformante e potente, che mi fa sentire ogni giorno l’importanza di imparare a essere un canale sempre più libero e distaccato dai desideri, dalle aspettative e dai giudizi dell’ego.

Dopo tutte queste trasformazioni importanti – durate svariati mesi, con innumerevoli alti e bassi, un giorno mi sono guardata indietro e ho finalmente percepito che quel dolore non è stato vano, ma che anzi è stato un modo tramite cui il Maestro ha cercato di avvicinarmi ancora di più a Dio.

Ho voluto celebrare l’inizio di questa rinascita chiedendo un nome spirituale, che non ha tardato ad arrivare: Padmini, ovvero “colei che siede sul fiore di loto”. In effetti, proprio questo è stato il mio percorso, come un fiore di loto che nasce dal fango e apre poi i suoi petali alla luce.

Grazie al mio Guru e all’amorevole Satsang che Lui ha messo sul mio cammino, ad oggi posso dire di essere grata.

Il viaggio ora continua, sempre in divenire, con la gioia di perfezionarmi ad ogni passo, mano nella mano con il Maestro e con le anime che scelgono di crescere insieme a me, nel reciproco sostegno e nell’arricchimento costante, accompagnate dall’intima consapevolezza che mettendo Dio – e quindi l’Amore – al primo posto, ogni ostacolo può essere superato.

Come era solito ripetere Lahiri Mahasaya: banat banat banjai (facendo, facendo, un giorno sarà fatto).

Il viaggio ora continua, sempre in divenire, con la gioia di perfezionarmi ad ogni passo, mano nella mano con il Maestro

Buona Rinascita a tutti nell’Amore.

E qui potete scoprire di più su come il dono può trasformare la vostra vita: “La gioia di dare”

4 Comments

  1. mm

    Meraviglioso e pieno di vero Amore. Sei fonte di profonda ispirazione. Grazie!

  2. mm

    Grazie Padmini, una testimonianza luminosa che vibra nel cuore , lo espande e lo risana! Sei un’anima meravigliosa e ringrazio il nostro amato Guru per averci fatto incontrare ed averci unite con il vincolo della divina amicizia!

  3. mm

    Che grande e impegnativo viaggio hai affrontato, ma ne valeva la pena, brava che sei uscita vittoriosa, + forte e coraggiosa che mai, Jay guru!

  4. mm

    grazie cara Ilaria Padmini per la preziosa condivisione
    con Amore e gratitudine
    tante benedizioni di cuore

    jai Guru!

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