La speranza in un mondo migliore

Yogananda ci ha insegnato che un mondo migliore non può sorgere da cambiamenti esterni in campo ideologico, sociale o economico. Soluzioni generate dallo stesso livello di coscienza che ha creato il problema fungono soltanto da fasciatura, da benda. Il vero cambiamento proviene dall’evoluzione della nostra coscienza.

Siamo nel bel mezzo di un mutamento epocale – non solo della nostra società, ma anche della stessa civiltà. Ci stiamo allontanando dal mondo di Newton, fatto di mattoncini e palle da biliardo, verso regni basati su campi e schiuma quantistici.

Nella scienza, i nostri presupposti fondamentali della realtà si stanno spostando da basi solide a fluidi regni di incertezza e di cangianti potenzialità. In tutte le aree della vita le forme esterne si stanno dissolvendo. Ci stiamo lasciando alle spalle un’era di materia e forma per entrare in un’epoca di energia ed ispirazione. Malgrado ciò, le istituzioni continuano ad operare partendo dai presupposti ormai ampiamente superati del diciannovesimo secolo.

L’era della conFORMità

La maggior parte di noi è cresciuta imparando come conformarsi alla forma – ossia a memorizzare dati, a ripetere sequenze, a seguire le regole. I nostri sistemi educativi, creati durante l’era industriale, sono stati concepiti per soddisfare le necessità delle fabbriche. Il modello stesso della fabbrica, con la catena di montaggio finalizzata alla produzione di massa, ha dato forma ad un’educazione a sua immagine. Si fanno scorrere i bambini sul nastro trasportatore delle classi e dei programmi scolastici, gli si iniettano dentro dei contenuti e poi si dà loro un attestato di conformità.

Come osserva ironicamente Sir Ken Robinson “addirittura trattiamo i bambini mediante un sistema di voto basato sulla ‘data di fabbricazione’.

Modello Educativo basato sul paradigma industriale

Il modello educativo creato a immagine della fabbrica premia i modi di pensare basati sulla ripetizione del già noto. Volge il suo sguardo al passato per trovare soluzioni – ed è proprio questo che non possiamo più permetterci di fare. Non possiamo risolvere i problemi del nostro tempo con il medesimo tipo di pensiero che ha generato i problemi stessi. 1 Non possiamo rispondere ad un mondo sempre più complesso e in rapido cambiamento mediante le stesse modalità di pensiero usate dai nostri genitori e nonni.

Sebbene le scuole preparino oggi i bambini ad avere successo nell’era industriale, in realtà noi stiamo già vivendo in un mondo che si è evoluto ben oltre questa era. Il ritmo dei cambiamenti nel mondo è esponenziale. I bambini dell’asilo di oggi avranno probabilmente carriere in settori che ancora non esistono. L’esplosione della conoscenza e del progresso tecnologico significa che le conoscenze attuali sono destinate a diventare presto obsolete. Non siamo in grado di prevedere come sarà il mondo tra due anni, figuriamoci tra dieci anni. L’unica nostra certezza è che un cambiamento radicale è inevitabile.

Competenze fondamentali di sopravvivenza nell’era dell’energia

Quando tutto cambia intorno a noi non possiamo trovare alcuna sicurezza nelle forme esterne – neppure nella conoscenza esteriore. La Creatività e l’Intuito sono le competenze indispensabili per sopravvivere nel mondo che si dispiega intorno a noi. Dobbiamo farci strada in un mondo in cui tutto ciò che già sappiamo non basta, dove nessuna delle convenzioni culturali può guidarci. Non è dal passato che dobbiamo trarre soluzioni, idee ed ispirazioni, ma dal futuro. E questo è il territorio delle arti.

L’Arte come Strumento per accedere alla propria Creatività Divina

Le arti ci insegnano ad essere a nostro agio nell’ignoto, ad appoggiarci a ciò che ancora non esiste. Un pittore percepisce, sente la forma delle nuvole prima che il pennello dia loro forma, una danzatrice si apre al flusso dell’energia e porta in essere un nuovo passo. Il processo creativo ci insegna ad aprirci a nuove possibilità, a sintonizzarci con ‘ciò che sta cercando di accadere’. Le arti non sono importanti solo per motivi decorativi o di intrattenimento (come lo sono state nell’era della forma), ma in quanto strumenti per risvegliare e convogliare l’energia.

Nell’era della MATERIA ci hanno insegnato che l’arte è un riflesso o una ripetizione della forma. Nell’era dell’ENERGIA ci rendiamo conto che le arti sono strumenti per canalizzare l’energia.

Nello studio d’arte, impariamo ad aprire il canale dentro di noi. Apprendiamo come si fa a percepire e a seguire il flusso dell’energia. Nel flusso dell’espressione creativa coltiviamo la capacità di ricevere ispirazione dall’infinita fonte della Saggezza Divina dentro di noi. In seguito, quello che mettiamo in pratica nello studio d’arte si trasforma in una competenza che possiamo utilizzare nella vita quotidiana.

Creatività e Coscienza Superiore

Swami Kriyananda era un grande sostenitore delle arti, non soltanto perché amava la bellezza e l’armonia, fatto innegabile. Swamiji si era reso conto di quanto fossero importanti le arti nel risvegliare le capacità superiori della coscienza. Ognuno di noi ha la possibilità di aprire un canale interiore che consenta all’Energia Creativa Divina di attraversarci. Una volta aperto e attivato questo canale, abbiamo ogni risorsa necessaria, poiché la fonte non ha più limiti, non c’è più nulla che possa ostacolarla.

Possiamo quindi affrontare le sfide della vita – e del nostro tempo – con la resilienza che proviene da una potenza superiore alla nostra. Siamo allora in grado di canalizzare soluzioni ‘superconscie’ sia per le nostre difficoltà quotidiane più semplici che per i terribili problemi della nostra era. In quest’epoca emergente dell’energia saranno necessarie capacità umane ampliate. Chiarezza di percezione, agilità del pensiero, fluidità dei punti di vista, senso ludico e senso dell’esplorazione: queste sono solo alcune delle modalità dell’intelligenza emergente. E questo è ciò che la creatività coltiva. Un nuovo modo di essere nel mondo richiede un’espansione continua, la capacità di interpretare ruoli con scioltezza e di esprimere opinioni con delicatezza: richiede di diventare non tanto un prodotto finale fisso – ossia ciò che Swamiji chiamava ‘un ammasso di autodefinizioni’ – ma piuttosto un tramite del libero flusso della vita.

UN NUOVO NOBILE DOMANI

Canta canzoni mai cantate, 
pensa pensieri mai pensati, 
cammina su sentieri mai percorsi, 
piangi per Dio come nessuno, 
ama tutti con un nuovo amore 
e indomito combatti la battaglia della vita, 
dona la pace a chi non l’ha mai avuta 
e accogli come fratello chi è sempre rifiutato. 
–Paramhansa Yogananda, 1923

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