I PRINCIPI
J.H.F. Umbgrove, geologo, nella sua opera scientifica Symphony of the Earth (La sinfonia della Terra, testo non ancora tradotto in italiano, N.d.T.) ha scritto: “Nessuno può prevedere se queste speculazioni moderne [sui problemi della vita e della materia] potranno mai essere compendiate in un sistema sociale o religioso. È davvero straordinario, comunque, che rimandino a uno degli aspetti delle Upanishad di Brahman”.
La scienza moderna si è sempre preoccupata delle prove, basate sulla ricerca e sulla sperimentazione. A questo livello è abbastanza facile dimostrare che le leggi di Newton funzionano e sono valide. A livello materiale, esse esprimono anche molti aspetti della legge del karma. È più difficile vedere le leggi di Newton all’opera in quegli aspetti della legge del karma che si applicano agli esseri umani e ad altre forme di vita consapevole. È possibile che una legge sulla ricompensa abbia a che fare con le attività umane? Sia dal punto di vista delle leggi di Newton sia per il senso di giustizia proprio dell’uomo, la legge del karma merita sicuramente ben di più di alcuni momenti di osservazione casuale. La scienza moderna deve percorrere ancora molta strada prima di poter anche solo prendere in considerazione il valore della legge del karma nella sua applicazione alla vita umana. Tuttavia, la millenaria esperienza dei saggi dell’India e uno sguardo ravvicinato alla Storia dell’uomo come noi la conosciamo, dopo un’attenta analisi, forniscono sicuramente abbastanza prove da spingere chiunque aspiri al successo materiale a chiedersi se l’aver agito in modo dharmico o corretto, da un lato, o in modo a-dharmico o scorretto, dall’altro, influenzino il successo o il fallimento di oggi. Vi sono, infatti, molti fatti osservabili che non possono essere ignorati con leggerezza, per motivi dogmatici.
Aggiungo a quei fatti la saggezza del mio Guru che, come mi resi conto ben presto, era profonda, sebbene contraddicesse in gran parte la mia educazione completamente occidentale. Non sto offrendo ciò che lui e molti altri grandi yogi hanno dichiarato, per comprovare la mia tesi; lo offro come un considerevole sostegno aggiuntivo a favore di una legge che intendo presentare in modo chiaro.
Il successo materiale degli Stati Uniti è un esempio dell’operato della legge karmica a favore dell’uomo. Molte persone pensano che quel successo sia interamente dovuto all’efficienza materiale. Non vi è dubbio che l’efficienza sia importante. È, a suo modo, un principio divino; la vediamo, infatti, proprio nel processo evolutivo, il quale seleziona ciò che funziona e ciò che non funziona (da cui la legge di Darwin della “selezione naturale”). Anche il successo dell’America è dovuto, ben più di quanto la maggioranza dei suoi cittadini si renda conto, a due atteggiamenti mentali: la fede in Dio e la generosità d’animo.
Alcuni anni fa un mio amico sudamericano sottolineò questo fatto dicendo:
“Il tuo Paese è stato fondato dai Padri Pellegrini, che approdarono sulle rive dell’America in cerca di libertà spirituale. Il motivo per cui l’America Latina è stata invasa dalla Spagna, invece, era il desiderio dell’oro. Il tuo Paese ha goduto di una grande prosperità sin dall’inizio; i nostri Paesi, al contrario, hanno sofferto per secoli a causa del caos e della povertà”.
Durante gli anni Sessanta, quando l’America e la Russia gareggiavano per arrivare per prime sulla Luna, qualcuno suggerì una cosa divertente: “L’America dovrebbe spendere abbastanza soldi per mandare un cane sulla Luna e tenerlo in vita finché gli americani si rendano conto della situazione di quella povera creatura. Saranno così preoccupati di far sopravvivere quell’animale che raccoglieranno abbastanza soldi per farlo riportare nuovamente sulla Terra”.
La legge del karma funziona in modo giusto. Non è né positiva né negativa; in un certo senso, risponde in modo indifferente alle azioni umane con una punizione o una ricompensa. Vi è, comunque, un importante indizio che mostra come questa indifferenza sia solo apparente. La legge del karma, infatti, è un’espressione dell’amore divino. Il vero scopo del karma, quindi, è di incoraggiare tutti gli esseri, soprattutto gli uomini, a evolvere spiritualmente.
Prendiamo in considerazione, come esempi di funzionamento del karma, i destini rispettivamente dell’Inghilterra e dell’India. Marco Polo, che visse nel tredicesimo secolo, viaggiò dalla sua città, Venezia, fino alla Cina. Durante il viaggio di ritorno passò per l’India, che egli descrive nel suo libro di viaggi come “il Paese più ricco del mondo”. Non è strano che l’Inghilterra, subito dopo l’arrivo in India dei suoi avventurosi commercianti, sia diventata una nazione grande e potente? L’India, invece, proprio in quel periodo, cadde in una certa povertà. È solo superstizione vedere in questi destini a fasi alterne una relazione di causa ed effetto? I secoli in cui l’Inghilterra si è appropriata delle ricchezze di altre nazioni, dando in cambio a malapena un decimo di quanto raccoglieva, sono sicuramente il motivo karmico, alla fine, della sua rovina. Sin dall’inizio della seconda guerra mondiale, Paramhansa Yogananda aveva detto: “Vedrete, il motivo karmico di questa guerra è l’abolizione del sistema coloniale”. Verso l’inizio del 1915 aveva predetto: “L’India sarà liberata in modo pacifico, mentre sarò in vita”.
Nel 1950 domandai al mio Guru: “Qual è il destino dell’Inghilterra?”.
“L’Inghilterra è finita!” rispose con fermezza. Quando cercai di fargli spiegare quell’affermazione, rispose solamente: “Finita!”. Il buon karma dell’Inghilterra, che risaliva probabilmente ai tempi antichi, le consentì di avere successo a livello mondiale per alcuni secoli. Quel buon karma, tuttavia, sembra ormai essersi esaurito, come un orologio che si stia scaricando. La sua energia e sicurezza di sé stanno diminuendo, come è stato messo in evidenza in numerosi romanzi scritti in quel Paese a partire dalla seconda guerra mondiale.
Nel frattempo, che cosa è accaduto all’India? I suoi ultimi secoli di povertà sono stati anch’essi una conseguenza karmica? Naturalmente! Quale altra ragione potrebbe esserci? Sia il successo sia il fallimento sono governati dalla legge del karma. Credo che il declino dell’India negli ultimi secoli sia dovuto anche alle naturali influenze distruttrici del tempo. L’India doveva sperimentare il processo di disintegrazione attraverso cui tutte le culture antiche sono passate. Ad ogni modo, l’India, sola tra esse, è sopravvissuta. Alla fine, anche le montagne più alte sono consumate dal tempo fino a diventare bassopiani pianeggianti e le pianure sono innalzate, sempre dal tempo, ad altitudini montuose.
Il karma non governa solamente gli esseri umani, ma anche le stelle, i pianeti e ogni specie vivente. Il karma che governa intere nazioni è conosciuto come karma di massa. Quello che regola il destino degli individui è il karma personale. Vi sono altri tipi di karma: il karma di gruppo, per esempio, regola i destini di creature meno evolute e persino, come ho detto, quello di oggetti apparentemente inanimati. Ciò che, alla fine, governa ogni cosa è la coscienza. Nell’inseguire le proprie ambizioni materiali, sarebbe dunque saggio accettare l’esistenza di un principio di causa ed effetto, che determina realmente le conseguenze del nostro modo di trattare gli altri e della consapevolezza con cui ci atteniamo alla verità e all’onestà nella nostra vita.