Ogni volta che penso a cosa intendesse il Maestro quando disse che le piccole colonie di fratellanza mondiale sarebbero state il modo di vivere del futuro, penso soprattutto a quale fosse il Suo scopo. 

Perché, come sappiamo, quello che a Lui davvero interessava era la nostra libertà in Dio, la nostra realizzazione spirituale. 

Quindi non stava pensando a queste piccole comunità solo come ad una soluzione pratica; penso invece che abbia davvero visto che per la nostra crescita, per una nostra espansione di coscienza e in tutti gli aspetti della nostra vita… che in qualche modo queste comunità sarebbero state il miglior modo di vivere.

E quindi voglio parlare di questo aspetto spirituale della comunità, del perché il Maestro abbia detto che vivere in comunità di questo tipo sarebbe stata assolutamente la cosa migliore per la nostra crescita come esseri umani, come singoli individui e come gruppi, per fare la differenza e portare la luce nel mondo.

Quindi perché? Chi di voi ha già avuto esperienza di convivenza con altri, sia tramite il matrimonio, o in famiglia o vivendo con altre persone durante una fase della propria vita, saprà bene che vivere con con qualcun altro fornisce degli specchi per se stessi.

E penso che quello che il Maestro vide, fu che vivendo insieme a, usando le parole di Anand, “persone con menti simili”, con vite semplici e alti ideali, questi specchi sarebbero stati per noi un’espressione diretta di quello che dobbiamo cambiare in noi stessi per poter crescere.

E questo a mio parere, dopo 40 anni vissuti in comunità, dieci anni all’ Ananda Village in California e trent’anni qui, è senza ombra di dubbio vero.

E non è quello che pensi che sia; “Oh mio Dio, ognuno rifletterà verso di me tutte quelle terribili cose che faccio e che devo cambiare”. 

Quello che vedo accadere con una comunità spirituale, una comunità intenzionalmente spirituale, è che le persone che vengono a vivere ad Ananda sanno perfettamente che stanno venendo per cambiare se stesse.

La Vera Ragione per Unirsi alla Comunità di Ananda

Non veniamo ad Ananda per cambiare gli altri, così che possiamo sentirci a nostro agio nel vedere che tutti gli altri fanno quello che noi riteniamo sia giusto. Non si viene per cambiare gli altri, ma nemmeno per cambiare Ananda. Molte persone arrivano con la propria idea di come Ananda dovrebbe essere, e con quel pensiero avranno di certo alcune idee su come fare le cose differentemente. Questo indubbiamente è uno dei vantaggi di avere nuove persone che si uniscono ad Ananda, ma è molto importante capire che Ananda ha già uno scopo. 

Come Swami disse ad un gruppo di persone che parlava di costruire una comunità (a quei tempi Ananda era uno dei pochi posti che esisteva come comunità e anche come comunità spirituale) e che probabilmente si aspettava che Swamiji iniziasse ad elogiare tutte le cose meravigliose che succedono ad Ananda: “ Ananda in se e per se non è importante per nulla. La sua unica importanza sta nell’ambiente che fornisce alle persone per crescere”.

Come ambiente dove si arriva come si arriva, se si prende l’impegno alla vita spirituale e a vivere gli insegnamenti, allora ovunque si sia interiormente al momento dell’arrivo ad Ananda, quello sarà il proprio punto di crescita. Una delle cose che ho imparato ad Ananda è di accettare gli altri così come sono – è una delle qualità, aspetti, attitudini essenziali che vogliamo avere per vivere insieme in comunità: accettare le persone per quello che sono, così che ognuno si possa sentire a casa, radicato in se stesso e in grado poi di poter guardare dentro si sè e sentirsi a proprio agio nell’ osservare quello che pensa di dover cambiare.

Credo quindi che tutti noi, se siamo interessati a costruire una comunità o vivere in una comunità, dobbiamo sapere cosa stiamo facendo perché sappiamo che dobbiamo cambiare per poter raggiungere il nostro scopo, che è la meta che il Maestro ha per tutti noi: trovare Dio

Quindi con questa come base possiamo capire che nessuno di noi è perfetto e che non esiste nessuno in una qualsiasi comunità Ananda che lo è. Come disse Sri Yukteswar, se fossimo perfetti staremmo vivendo su di un altro pianeta in cui ci sono anime perfette.

Sappiamo di non essere perfetti e quindi dobbiamo imparare ad accettarci gli uni con gli altri, ovunque noi siamo interiormente in questo momento. 

La Chiave del Successo per le Comunità

E questa è la chiave del successo per ogni comunità. L’abilità dei suoi leader e delle persone che ci vivono di accettare veramente le persone per quello che sono e non sperando che fossero qualcos’altro. 

Il primo passo, semplicemente, è di accettare noi stessi dove siamo. Gli individui e la comunità potrnno così crescere, perché la comunità stessa non è perfetta. 

A volte succede che le persone arrivino ad Ananda Assisi e, vedendo la gioia, la luce, l’amore, i cuori aperti, l’accettazione e tante altre qualità, e pensino che Ananda sia il posto per vivere. Ma non lo è.

Perché anche Ananda ha bisogno di crescere, cambiare, espandersi e diventare ancora di più un riflesso perfetto delle persone che ci vivono, e lo farà. E’ quindi importante realizzare che ovunque la vostra comunità sia, sarà sempre un riflesso di tutti voi – e della consapevolezza e cuore delle persone che ci vivono.

E questo aiuta a mantenere degli alti ideali, perché sappiamo che non vogliamo rimanere intrappolati nel focalizzarci solo sui nostri problemi personali, né su quelli della comunità. Vogliamo riconoscere che dobbiamo cambiare e che c’è molto spazio per la crescita, e non sempre e solo concentrarsi sui problemi. E’ di fondamentale importanza concentrarsi su quello che serve e poi lavorare insieme per raggiungerlo.

Swamiji ha sempre chiamato le nostre comunità “comunità spirituali cooperative” e questa è un’ulteriore qualità che come devoti vogliamo sviluppare…  ad ogni livello della nostra vita vogliamo essere in grado di cooperare per poter realmente costruire delle comunità e abbiamo raggiunto ora un nuovo livello di comprensione su come farlo gli uni con gli altri, mentre stiamo vivendo questa pandemia.

Può succedere, ed in effetti è successo ad un certo punto nella vita dell’Ananda Village, che ci fossero 19 o 20 persone che vivevano insieme e molte altre persone che volevano trasferirsi. Durante questo momento Swami non c’era perché insegnava in varie città, in modo che potesse guadagnare abbastanza da poter aiutare con i pagamenti delle varie bollette. C’erano persone al Village, durante un incontro comunitario, che volevano fermare questo afflusso di nuove persone. Loro pensavano che prima di poter essere di aiuto a qualcuno che volesse trasferirsi, sia per interesse in una vita in comunità che per l’aspetto spirituale, i membri attuali dovessero avere più tempo per essere pronti adeguatamente. Quando Swami tornò alla comunità e sentì questa idea chiamò immediatamente tutti e disse: ”Non potete chiudere il flusso di energia che vuole entrare; è parte vitale del nostro lavoro spirituale. Non si deve essere perfetti per insegnare agli altri come raggiungere la perfezione.”

Quello che Swami cercava di dire e quello che Ananda ha continuato a fare, è che ovunque noi siamo sul sentiero verso l’ illuminazione, abbiamo cose che possiamo condividere; abbiamo saggezza, esperienza e vogliamo aprire la comunità ad una nuova energia, nuove persone, nuove esperienze, sempre. Nel nostro caso, come comunità Ananda, con il presupposto di essere devoti sul nostro sentiero e con il desiderio di vivere gli insegnamenti di questo sentiero. 

Ognuno ha un Percorso Individuale

Partendo da qui, siamo però tutti differenti. Se avrai l’opportunità di passare abbastanza tempo qui ad Ananda, e chi l’ha già fatto sa quello che sto per dire, vedrete che non c’è un “marciare insieme” verso la meta; il percorso è individuale ed è proprio per questo che dobbiamo imparare ad accettare ogni persona per come è e dove è. 

Crescendo, saremo tutti in grado di condividere sempre più perfettamente quello che abbiamo imparato dai nostri Guru, da Swamiji e dagli altri insegnanti della comunità e anche da ogni persona che è arrivata in comunità. I nostri cuori aperti e le nostra consapevolezza devono essere in grado di ricevere, di elaborare e di sintonizzarsi con tutto quello che abbiamo ascoltato dai Maestri e dai loro insegnamenti, e poi essere in grado di condividerli.

Le nostre opportunità sono quasi infinite, vivendo in comunità; abbiamo sempre l’opportunità di condividere anche mentre puliamo la cucina. La nostra esperienza di prenderci cura del piano materiale, di lavorare nell’orto: tutto questo diventa la base del lato pratico di vivere insieme. 

Quindi lavorando e servendo insieme nella tua comunità, che sia con un ritiro spirituale, oppure semplicemente una comunità dove si condivide dalla scuola, alla chiesa, all’orto; ogni aspetto in cui siamo coinvolti, diventa la piattaforma per la nostra crescita spirituale e per aiutare gli altri

Quando nei nostri corsi sulla vita in comunità cerchiamo di trasmettere queste qualità del vivere insieme, le discussioni sono molto lunghe. Bisogna però avere pazienza, con noi stessi e con gli altri, sempre supportando gli altri, invece che giudicarli o criticarli. Avere rispetto reciproco per dove siamo nella nostra vita è il nostro unico modo di imparare e diventare esseri sempre più perfetti.

 Accettare gli altri per quello che sono: prima ho detto che il Maestro disse che è una perdita di tempo sperare che le cose o le persone siano differenti da quello che sono. 

Sperare non lo farà accadere e a volte ci ritroviamo ad incasellare le persone in base al nostro modo di vederle, rendendo difficile per gli l’uscire da dove “li abbiamo messi”. 

Prova a non usare i tuoi pensieri per catalogare le persone.

L’ Importanza della Lealtà, Cooperazione e Armonia.

Lealtà. Essere leali al proprio sentiero, leali ai nostri Guru, leali agli insegnamenti e, per quanto riguarda gli individui o le amicizie, specialmente essere leali all’anima di ogni essere. 

Quando il Maestro disse: ” Amo le moltitudini, ma amo ancora di più le moltidunini di anime”, era perchè vedeva l’anima di ogni individuo ed è qualcosa che si ha l’opportunità di fare in comunità.

Sempre guardare alle qualità dell’anima delle persone, senza focalizzarci sulle loro imperfezioni e su cosa non fasnno bene. Dando sempre supporto all’anima, che aspira alla perfezione. 

Una delle cose che Swmaiji diceva spesso riguardo le comunità, era l’importanza della cooperazione; l’importanza di avere l’abilità di creare insieme armonia, perchè senza armonia – e anche il Maestro lo disse – senza fratellanza tra le persone che vivono insieme, semplicemente non può funzionare.

Così Swamiji diede molta importanza all’armonia nel lavorare, vivere, servire, cantare e meditare insieme, sempre cercando di trovare modi di mettere energia nella direzione del flusso che  accompagna le persone e la comunità e ancora di più verso un riflesso perfetto di quello che sono le comunità Ananda e le colonie di fratellanza mondiale.

Voglio dire questa ultima cosa riguardo l’armonia. Vorrei darvi un esempio di come cerchiamo di interagire con le persone quando c’è disarmonia, perchè le persone sono umane e ovviamente ci sono momenti in cui le cose non fluiscono in modo armonioso. 

Quello che può succedere in comunità, per esempio, è che una coppia decida di separarsi. A volte succede che uno dei due si innamori di qualcun’altro, o che semplicemente la relazione si sia consumata col tempo. 

Una tendenza molto umana è quella di voler supportare la persona a cui siamo più legati, dare più sostegno alla moglie o al marito. 

Una delle cose che cerchiamo di fare coscientemente quando c’è un conflitto tra due persone, è quella di non scegliere una delle parti solo perchè è tuo amica, decidendo quindi di non mostrare supporto all’altro. 

In qualche modo si ha la tendenza a vedere la persona lasciata dal partner come qualcuno che sta perdendo qualcosa. Questa idea che ci sia un “vincitore” e un “perdente” è proprio quello che cerchiamo di evitare, mentre vogliamo aiutare le persone a vedere le cose in maniera diversa, ovvero che siamo tutti gurubais, amici, amici divini e che cerchiamo di sostenerci e aiutarci l’un l’altro.

E in una situazione dove l’amicizia cambia, dove c’è una relazione che finisce, è importante ricordarsi che non deve esserci un perdente, che tutti sono vincitori quando siamo supportati nell’imparare qualunque sia la lezione che si stia imparando tramite una situazione difficile.

Perchè se capiamo (e ho vissuto in prima persona questa esperienza, più di una volta) che il nostro scopo nel vivere in Ananda è di crescere, di imparare le nostre lezioni e diventare esseri sempre più perfetti, allora qualsiasi cosa verrà a noi, anche questo tipo di difficoltà, sarà per la nostra crescita personale.

Allora invece che focalizzarci su quello che qualcuno sta perdendo, aiutiamoli a vedere che quando una porta si chiude, ce ne sono altre che stanno per aprirsi, e intenzionalmente cerchiamo queste nuove porte. Vogliamo farlo anche per noi stessi. Cerchiamo dove risiede la nostra crescita, la nostra più profonda comprensione e la nostra più grande compassione, in modo che il nostro profondo amore si possa espandere.

Impariamo ad amare anche in quelle situazioni dove ci sentiamo feriti, perchè stiamo imparando ad essere di più, grazie a quella situazione che stiamo affrontando.

Quindi nella comunità puoi aiutare a mantenere l’armonia aiutando le persone a capire dove possa risiedere la loro crescita. 

Ho avuto così tanto aiuto quando il mio matrimonio finì, durante gli anni in cui vivevo ad Ananda Village, e  una moltitudine di amici  non cercò di incolpare l’altra persona, mostrandomi così cosa fosse in serbo per me durante quella situazione; e fu quello che iniziai sempre a fare in qui momenti dove il mio cuore ferito si voleva chiudere, dicendomi interiormente ma anche a voce alta: “apriti, apriti, apriti.”

Il Maestro non vuole la nostra sofferenza. Ci sono sempre momenti nella comunità in cui le persone vanno incontro a momenti di sofferenza. Con l’attuale pandemia alcune persone si sono ritrovate più attive, mentre per altri è stato un momento di isolamento, sentendosi tagliati fuori.

Così in ogni situazione che arriva, la comunità può aiutare, le persone possono aiutarsi le une con le altre. La realtà della comunità e della famiglia spirituale può aiutare ogni persona a diventare di più, attraverso ogni sfida e ogni bellissima esperienza. 

E questo è quello che significa comunità ed essere insieme come famiglia spirituale.

E’ una magnifica avventura e come tutte le avventure, anche questa può avere momenti di difficoltà e momenti di grande bellezza. 

Se pensi a scalare una montagna, ci sono molti momenti di sfida, ma anche momenti di incredibili. Se pensi al corso di un potente fiume, ci sono momenti meravigliosi in cui si sente il suo potere e ci sono altri più pericolosi e difficili. 

Non si può sapere con certezza come un’avventura andrà a finire. E vivere in comunità è proprio così. Non sappiamo esattamente cosa diventerà Ananda Assisi, sappiamo solo quali sono le sue più alte possibilità e facciamo del nostro meglio, individualmente e come gruppo, per realizzare quelle possibilità. E questo è quello che auguriamo a tutti voi. Sia che creiate una comunità, o che scegliate di trasferirvi in una…possiate sempre essere diretti verso le possibilità!

4 Comments

  1. mm

    Grazie Kirtani profonde parole e sincere! Il cui cuore al momento si è chiuso
    Anisha

  2. mm

    Grazie Kirtani,
    La comunità è qualcosa che sento dentro e le tue parole sono molto ispirante!

  3. mm

    Grazie Kirtani per le tue parole ispirate. E’importante ricordarci che ti rri siamo in cammino individualmente verso Dio.

  4. mm

    Cara Kirtani,
    Le tue parole toccano il cuore, la mente e lo Spirito, svelando un mare di possibilità e di comprensioni profonde.
    Grazie
    Un abbraccio di Luce
    Paola

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