Parlare del Raja Yoga è come voler parlare dell’Oceano con tutta la sua vastità. Ho davanti a me l’immagine di una piccola barchetta sulla quale sono salita nel 2014, pensando di fare una piccola traversata da un porto all’altro, e invece mi sono trovata in uno sconfinato mare aperto, sul quale ancora sto navigando….ma è proprio qui, in questo mare, che sto trovando Pace, Serenità, Gioia e Amore.

Quando iniziai l’Accademia del Raja Yoga, pensavo semplicemente di approfondire alcuni insegnamenti di Yogananda relativi al Sentiero della Realizzazione del Sé.

Se ora mi guardo indietro, è con estrema commozione che mi accorgo di quanto quegli studi in realtà abbiano cambiato in positivo la mia vita, diventando una vera e propria guida pratica alla mia quotidianità.

Il Sentiero spirituale della Realizzazione del Sé, mi sta conducendo verso una maggior comprensione sul significato della vita, dandomi più chiarezza su chi realmente siamo; mi sta aiutando a realizzare che il nostro vero Sé, è l’Anima immortale, e mi sta dimostrando che noi non siamo il corpo, anche se continuiamo ad identificarci con esso.

Realizzare che siamo Anime immortali, che siamo Luce in cammino, ha sicuramente influenzato positivamente la visione della vita, superando in parte, la concezione materialista che la nostra cultura ci tramanda.

Attraverso questa rinnovata consapevolezza, le mie meditazioni sono ora diventate più profonde con stati di coscienza più elevati.

Durante le meditazioni, riesco infatti a ritirare i sensi e ad interiorizzarmi sempre di più, fino ad entrare in contatto con la mia parte più profonda, fino a sentirmi parte di un Tutto. E quando attraverso la tecnica di Hong so, il pensiero si dissolve lentamente, lasciando spazio ad una percezione fatta di silenzio, allora comprendo che la vita non è né il passato, né il futuro: è semplicemente l’attimo che sto vivendo. Percepisco allora una grande pace.

E in quel silenzio sento la presenza di Dio.

Sono quegli gli attimi in cui riesco a fermarmi e ad ascoltare la Sua voce. E’ come se in questi momenti mi ricollegassi alla mia Fonte principale, realizzando la mia vera natura.

E allora mi sento al sicuro, riuscendo a dissolvere ogni paura e dubbio. Sento che in quei momenti senza tempo né spazio, niente e nessuno può nuocermi, ed io sono in pace e nella gioia più assoluta.
Ricordo che una volta arrivai ad Ananda con una certa ansia per non essere riuscita a contattare mia figlia che all’epoca viveva all’estero. Durante la giornata cercai di non pensarci ma qualunque cosa facessi, mi rimandava a lei…e lei era sempre irraggiungibile. Non era mai successo così a lungo.

Ricordo che andai a dormire rigirandomi continuamente nel letto e più cercavo di dormire, più cominciavano ad assalirmi pensieri orribili su di lei.

Ad un certo punto allora, mi misi seduta nel letto, e concentrandomi nel terzo occhio, chiesi aiuto al Maestro e cominciai a meditare. Percepii proprio la sensazione di “entrare” in un rifugio al sicuro da tutto. Ricordo, come fosse ora, la sensazione di pace e serenità che riuscii a sentire in quel momento. Mi sentivo come avvolta dalle braccia del Maestro.

I pensieri carichi di angoscia erano spariti…

A metà nottata ebbi un messaggio di mia figlia che mi rassicurava dicendo che aveva avuto un piccolo contrattempo ma che andava tutto bene.

In quello stesso week end ad Ananda, durante la Cerimonia di Luce, fu letto un brano da “Affermazioni per l’auto-guarigione” di Kriyananda, che diceva: “Vivo protetto dall’infinita Luce di Dio. Finché resterò in essa, niente e nessuno potrà nuocermi”.

Capii allora che avevo ceduto ancora una volta all’illusione (maya) che sempre ci circonda, nutrendo il mio ego con le paure e gli attaccamenti che non appartengono all’Anima.

E proprio in quei momenti, avrei voluto essere come la bambola di sale nella storia di Ramakrishna, quella bambola che si immerge nell’oceano e che lasciando andare pian piano parti che appartengono al suo ego, ritrova la sua casa realizzando di essere l’Oceano stesso…

…Una bambola di sale voleva ad ogni costo conoscere il mare.
Era una bambola di sale, ma non sapeva che cosa fosse il mare. Un giorno decise di partire.
Era l’ unico modo per soddisfare la sua esigenza.
Dopo un’ interminabile pellegrinaggio attraverso territori aridi e desolati, giunse in riva al mare e scoprì qualcosa di immenso e affascinante e misterioso nello stesso tempo.
Era l’ alba, il sole cominciava a sfiorare l’ acqua accendendo timidi riflessi, e la bambola non riusciva a capire.
Rimase lì impalata a lungo, solidamente piantata al suolo, la bocca aperta. Dinanzi a lei,quell’estensione seducente. Sì decise. Domandò al mare :
– Dimmi chi sei ?
– Sono il mare.
– E che cos’è il mare ?
– Sono io !
– Non riesco a capire, ma lo vorrei tanto. Spiegami che cosa posso fare.
– E’ semplicissimo: toccami.
Allora la bambola si fece coraggio. Mosse un passo e avanzò verso l’ acqua.
Dopo parecchie esitazioni, sfiorò quella massa con un piede.
Ne ricavò una strana sensazione.
Eppure aveva l’ impressione di cominciare a comprendere qualcosa.
Allorché ritrasse la gamba, si accorse che le dita dei piedi erano sparite.
Ne risultò spaventata e protestò :
-Cattivo ! Che cosa mi hai fatto ? Dove sono finite le mie dita ?
Replicò imperturbabile il mare:
– Perché ti lamenti ? Semplicemente hai offerto qualche cosa per poter capire. Non era quello che chiedevi ?
La bambola disse:
– Sì veramente… non pensavo… ma…
Stette a riflettere un po’. Poi avanzò decisamente nell’acqua. E questa, progressivamente, la avvolgeva, le staccava qualcosa, dolorosamente. Ad ogni passo, la bambola perdeva qualche frammento. Ma più avanzava, più si sentiva impoverita di una parte di sé, e più aveva la sensazione di capire meglio. Ma non riusciva ancora a dire cosa fosse il mare.
Cavò fuori la solita domanda:
– Che cosa è il mare ?
Un’ ultima ondata inghiottì ciò che restava di lei.
E proprio nell’istante in cui scompariva, perduta nell’onda che la travolgeva e la portava chissà dove, la bambola esclamò:
– Sono io !

Non sono ancora quella bambola, ma continuo a navigare sul grande Oceano della vita, con il desiderio di imparare sempre più attraverso il Sentiero spirituale della Realizzazione del Sé, con l’entusiasmo e la curiosità di un bambino, sapendo che ad ogni caduta ci sarà sempre il sorriso di una Madre affettuosa e lo sguardo comprensivo di un Padre sempre presente, e cercando di sperimentare attraverso la meditazione, la vera essenza dell’Anima, SATCHIDANANDA: sempre Esistente, sempre Cosciente, sempre nuova Beatitudine.

Priya si è diplomata come insegnante delle Realizzazione del Sé presso la scuola di Raja Yoga di Ananda Assisi.
Vive a Siena dove insegna e dove guida un gruppo di meditazione.

2 Comments

  1. mm

    Grazie sorellina, un racconto avvolgente e fiabesco…. ti adoro….
    Grande Cammino ???

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