Da quando sono diventata mamma, la mia routine meditativa è crollata sotto il peso di notti insonni, stanchezza, continui cambiamenti di ritmo delle mie giornate e via dicendo.

Da quando i bambini sono entrati nella mia vita ho capito realmente cosa vogliano dire servizio, amore incondizionato e vivere la spiritualità del momento presente, nel momento presente; rimane però il fatto che le specifiche pratiche del mio sentiero (il sentiero del Kriya Yoga secondo la linea di Paramhansa Yogananda), mi sono mancate tantissimo! In special modo avere il tempo di praticare il kriya e di immergermi in quella sensazione di sentirmi a casa nella mia spina dorsale.

Indipendentemente che si abbiano figli oppure no, tutti immagino attraversino dei periodi in cui le proprie fondamenta vengano “shakerate” dagli imprevisti della vita, e in cui guardiamo le nostre meravigliose abitudini positive prendere il volo. Ma abbiamo una scelta in questi periodi di intensità? Possiamo fare qualcosa per non perdere gli sforzi fatti o è forse meglio lasciare che tutto si aggiusti in futuro?

Per parecchio tempo ho pensato non fosse possibile per me trovare un equilibrio tra le mie giornate e nottate piene e le mie pratiche, decidendo infine di posticipare a tempi migliori le mie meditazioni, ma iniziando a lamentarmi sempre più spesso sul mio non poterlo fare.

Una cosa che però ho capito ultimamente è che, se nello schema macrocosmico delle cose tutto è perfetto così com’è ed ogni passo fatto in una qualsiasi direzione è il passo giusto; nel nostro microcosmo, invece, le azioni che decidiamo di portare avanti hanno un impatto specifico sul nostro presente.

Nel mio microcosmo personale, la mia energia ristagnava nell’impossibilità.

Ciò che ha portato un repentino cambiamento fu un desiderio di meditare così intenso da bussare ogni secondo alla porta della mia mente.

La mia risposta di oggi alle domande precedenti è quindi: sì, abbiamo una scelta e sì, possiamo fare qualcosa per non perdere gli sforzi fatti.

Il come sta nell’attivare la marcia in più della FORZA DI VOLONTA’.

Spesso ho confuso la forza di volontà con l’ennesimo sforzo che sarebbe andato a succhiare le poche energie rimaste, bloccando così ogni mio possibile tentativo. Anche la mia idea di energia si è spesso limitata a quella circoscritta al corpo, e niente più.

In realtà usare la forza di volontà non è dirsi “Ora ce la posso fare, uno sforzettino in più…”, ma è piuttosto entrare in un diverso modo di pensare e vedere sé stessi: non più come esseri finiti, ma come batterie collegate ad un generatore universale, capace di caricarci sempre e per sempre.

Portando coscientemente il nostro pensiero su quello che desideriamo ottenere o fare e sintonizzandoci con le forze dell’Universo, sentiremo un nuovo potere ricaricare il nostro corpo, la nostra mente e la nostra anima.

La volontà genera energia e più forte è la volontà, più forte è il flusso di energia, diceva Yogananda stesso, e più energia attiriamo, più vedremo cambiare il nostro magnetismo e il corso stesso degli eventi prenderà pieghe inaspettate.

“Quando decidi di usare la forza di volontà per fare qualcosa, con tua sorpresa scoprirai che quella stessa cosa che sembrava così difficile fare, ora torna da te in una forma più semplice”, scrive Swami Kriyananda.

Da quando ho deciso che meditare è una priorità suprema, il tempo è finalmente apparso, la forza è arrivata e una corrente di grazia continua a sostenermi. Le opportunità per condivisioni profonde sono “magicamente” arrivate, la vita stessa ha un nuovo sapore e il mio rapporto con il Guru ha trovato una dolcezza nuova.

Siamo figli di Dio, possiamo attingere alla sua grandezza, non dimentichiamolo mai.

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