Mi chiamo Shanti.

Cristina è il mio nome di battesimo, mentre Shanti è il nome speciale che Swami Kriyananda mi ha dato:  una  domenica ad Ananda eravamo in sala da pranzo, dopo la Cerimonia della Luce. Mi guardò negli occhi e disse, senza esitazione: Shanti è il tuo nome. 

Solo più tardi ho capito che quella era -e tuttora è- la direzione della mia vita: verso la calma, verso la pace interiore. Una ricerca. Ho sempre pensato tra me e me, che Swami, solo guardandomi e penetrandomi con la sua profondità e la sua saggezza, ha percepito subito il mio mondo interiore in conflitto.

Se penso alla mia vita, è come se avessi avuto, fin da piccolina, due strade diverse da percorrere; due stili di vita: una strada che accontentava gli altri con abitudini e insegnamenti; l’altra, invece, che mi portava a sperimentare, a cercare e conoscere sensazioni di libertà e di silenzio. Queste due strade spesso le sentivo in conflitto, addirittura incompatibili. 

Ne ero sempre dispiaciuta, per me stessa e per gli altri.

Nel 2007 ho conosciuto Ananda Assisi e ho iniziato a frequentare l’Accademia per diventare insegnante di Ananda yoga. A quel punto della mia vita una strada si era già consolidata. Ero sposata da ormai 20 anni, con due figli piccoli che ora sono diventati adolescenti; avevo gli impegni di vita che penso tutti noi conosciamo: tutto sembrava predefinito, con scuole, genitorialità e tanti condizionamenti, che mi portavano soddisfazioni, ma … era come se mi mancasse sempre qualcosa… c’era una specie di non-felicità, anche se avevo tutto quello che uno può desiderare nel concreto.

Solo ora capisco, che con l’Ananda yoga avevo iniziato a percorrere l’altra strada, quella verso me stessa, la ricerca … diventai discepola del Maestro Paramhansa Yogananda e da quel momento ho sempre sentito di non essere più sola nelle difficoltà: una luce nuova si era risvegliata, rendendo più forte me, e la mia vita più completa ed equilibrata.

 Quella strada la sto ancora perseguendo: sono diventata insegnante di Ananda Yoga e nel 2010 ho aperto Ahimsa, un centro di Ananda yoga, con il supporto di mio marito Giacomo e del mio amico Marco Cecchini, che mi hanno sostenuta nell’impresa. Ora il mio obiettivo quotidiano è di unire queste due strade.

Voglio fare un esempio.

Abbiamo appena passato un periodo molto strano, difficile. Io e tutta la mia famiglia avevamo il Corona Virus, ma le tecniche di auto guarigione di Yogananda, la meditazione, le letture ispiranti del Maestro e di Swamiji mi hanno aiutata, durante i due mesi di quarantena, a rimanere serena e ad agire, facendo … facendo… 

Perché sapevo, che prima o poi tutto sarebbe finito positivamente.

Quando sentivo l’ energia bassa in casa, la innalzavo per me e per gli altri, con i canti, giocando in famiglia con gli esercizi di ricarica, ignorando le resistenze dei miei figli, collegandomi con Ananda live, portando gli insegnamenti dello yoga nella quotidianità.

Quando facevo la fila per la spesa, notando che tutti erano irritati, cantavo un mantra.

Cercavo, dunque, di curare  una giusta proporzione di spiritualità e di praticità. Stavo molto in ascolto, per gestire le emozioni o, come insegna Sahaja, cambiare i solchi. Tutto questo dava una nuova dimensione ai tanti, inevitabili impegni quotidiani.

Curavo molto il cibo, cucinando piatti appetitosi e colorati, per portare spensieratezza e unione in famiglia.

Mentre gli altri riposavano o guardavano dei film, io mi ritiravo per praticare Ananda Yoga, anche per poco tempo: gli asana mi danno tanta forza, soprattutto nel rimanerci a lungo.

Così la mia mente era pronta per la meditazione,che praticavo in casa, tra rumori e disturbi vari!

E così si risveglia uno spirito diverso, un atteggiamento nuovo.

Quando tengo presenti le tecniche e gli insegnamenti di Ananda yoga, mi sento di avere sempre una riserva da potere utilizzare.

Ora sento davvero che yoga per me c’è soltanto, quando le mie due strade sono unite, diventano Una. A volte ci riesco e sento la presenza del Divino. Altre volte, invece, cado nelle emozioni e nei pensieri e sento che mi allontano.

 Questo gioco duale c’è nella vita di tutti i giorni, ma nella condivisione con la comunità di Ananda Assisi, visitando e impartendo dei corsi per l’accademia di Ananda Yoga, sento che l’unione è possibile che è alla nostra portata, e non solo per pochi eletti.

 Sento anche che devo ancora approfondire molto, fare tanta esperienza, per rendere la mia vita pratica sempre più spirituale e la mia ricerca della spiritualità sempre più pratica e raggiungibile.

Ringrazio tanto Ananda, la comunità, gli amici spirituali, e ringrazio  di cuore, con tanto affetto Jayadev Jaerschki, il mio insegnante e guida, una super anima, che ha saputo vedere in me i miei lati positivi, dandomi tanta fiducia.

Il mio pensiero e la mia esperienza mi portano a credere, che è proprio nella quotidianità, nel lavoro, nella famiglia,negli svaghi,nei piaceri e dispiaceri, che puoi conoscere e vivere l’Ananda yoga, come un mantello speciale, invisibile che puoi indossare, per portare luce nella tua vita e nella vita degli altri.

Namastè

Shanti abita nella provincia di Rimini, la sua famiglia. E’ insegnante presso l’Accademia di Ananda Yoga ad Ananda Assisi.

One Comment

  1. mm

    Sei una donna veramente speciale e averti vicino è un regalo di Dio… grazie

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